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Vaccino anti-Covid, tanti indecisi: prime dosi in forte calo. Renzi vuole obbligare i docenti, Locatelli dice no

La somministrazione delle prime dosi di vaccino anti-Covid fa riscontrare una brusca frenata. Nella giornata del 12 luglio le prime dosi sono state solo 54 mila; il giorno prima erano state somministrate 52.851, su un totale di 402.531 vaccini distribuiti nell’arco delle 24 ore. Il livello è modesto: non si registrava da febbraio scorso. Analizzando i dati ufficiali è evidente il calo delle prime vaccinazioni da giugno ad oggi: si è passati da oltre 400 mila in 24 ore, ad una media quotidiana sotto le centomila negli ultimi tre giorni. L’impressione è che scettici e indecisi continuino a traccheggiare e prendere tempo, facendo così calare i numeri dei neofiti della vaccinazione.

Cresce così la quantità di coloro che vorrebbero il vaccino obbligatorio. Anche nella scuola, con qualche sindacato, come DirigentiScuola, che si è schierato apertamente per l’obbligo.

Tra dubbi del Garante e ‘no’ dei prof

Su questo aspetto, comunque, va detto che anche in questi giorni il Garante della privacy ha messo le mani avanti, ricordando che l’obbligo si può attuare solo per il personale sanitario.

Rimane un dato di fatto, poi, che circa il 15% del personale potrebbe non volersi vaccinare: è indicativo il fatto che siano 6 su 10 i docenti che dicono ‘no’ all’obbligo vaccinale contro il Covid – lo dice anche l’ultimo sondaggio della Tecnica della Scuola – nonostante la variante Delta si faccia più preoccupante e il rientro scuola in presenza al 100% sia ancora una volta messo in discussione dalla pandemia.

Renzi: facciamo come Macron

Una posizione che porta avanti anche l’ex premier Matteo Renzi: “Il mio consiglio è seguire Macron”, ha detto il leader di Italia Viva nella conferenza stampa di presentazione del suo libro “Controcorrente”.

“Ieri – ha continuato – Macron ha fatto un discorso potente e pesante, probabilmente in Francia occorrerà il green pass per entrare anche in bar, ristorante e teatri. Rischiamo di andare lì anche noi”.

“La mia opinione personale: io sarei per l’obbligo vaccinale per il personale sanitario e scolastico. Ma è una mia opinione personale”.

Per quanto riguarda la propria vaccinazione, Renzi ha detto: “Procedimento in corso a luglio e si conclude ad agosto”.

Locatelli: nessun obbligo, ma sensibilizzare

Più cauto è stato Franco Locatelli, coordinatore del Comitato Tecnico scientifico: dopo avere dichiarato che “certamente va incentivata e fortemente raccomandata la vaccinazione del personale scolastico, docente e non”, il direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia e Terapia Cellulare e Genica del Bambino Gesù di Roma ha puntato il dito sul fatto che “esiste ancora disparità tra regioni che va decisamente eliminata. Abbiamo regioni con una percentuale di immunizzazione al 90% e altre al 60%, questa disparità va eliminata per creare le condizioni per una ripresa con continuità delle lezioni in presenza”.

“Quanto alla obbligatorietà – ha aggiunto Locatelli – mi sono fortemente espresso per l’obbligatorietà della vaccinazione nel personale sanitario, e su questo non ho la minima esitazione. Ma per il personale scolastico credo sia più complesso, abbiamo scelto la vaccinazione facoltativa e credo la strada maestra sia fornire argomentazioni scientifiche, che non mancano, per la vaccinazione di personale scolastico e degli adolescenti”.

Secondo Locatelli, la vaccinazione “va promossa anche con campagne mediatiche e, da questo punto di vista, di più è meglio”.

Moratti: Lombardia a posto

Tra le Regioni dove le cose vanno meglio c’è la Lombardia: “è prima per dosi somministrate ogni 100mila abitanti, ben al di sopra della media nazionale, contribuendo in modo determinante al buon andamento della campagna vaccinale del paese”, ha scritto su Twitter il vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti.

L’ex ministra dell’Istruzione ha anche allegato una tabella con i dati delle vaccinazioni anti-Covid per Regione. “Continuiamo ad aderire e vacciniamoci per ripartire in sicurezza con scuola e lavoro”, ha concluso Moratti.

Toti si rivolge ai giovani

Meno tranquillo sembra Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria. E punta l’attenzione sugli under 18. A margine dei lavori del Consiglio regionale, il 13 luglio Toti ha detto di avere “notato un aumento della circolazione del virus nella fascia tra i 12 e i 18 anni in Liguria, parliamo di numeri piccoli al momento”.

“E’ la fascia dei ragazzi che hanno una vita sociale più intensa e non sono coperti da vaccinazione, devono capire anche loro che la loro libertà, la loro possibilità di tornare a scuola a settembre e a una vita normale passa dai vaccini”, ha concluso il governatore ligure.

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Alessandro Giuliani

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