“Il Governo italiano impugnerà la legge regionale pugliese n.22 sull’obbligo da parte dei cittadini dagli 11 ai 25 anni di comunicare di aver eseguito o rifiutato il vaccino contro il papilloma virus”. A scriverlo sui social è il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, deputato di Fratelli d’Italia.
Il riferimento è alla legge della Regione Puglia del 30 maggio scorso, intervenuta a parziale rettifica della legge del 16 febbraio 2024 sulle misure finalizzate ad aumentare la copertura vaccinale anti Papilloma virus (HPV).
La norma prevede che “per rendere capillare il dovere di informazione a carico delle autorità sanitarie e scolastiche sull’utilità della vaccinazione anti papilloma virus umano, così da debellare le infezioni e prevenire le relative conseguenze cancerose, nell’esclusivo interesse dei giovani pugliesi a una vita di relazione quanto più libera e affidabile, l’iscrizione ai percorsi d’istruzione previsti nella fascia di età 11-25 anni, compreso quello universitario, è subordinata, salvo formale rifiuto di chi esercita la responsabilità genitoriale oppure, dei soggetti interessati che hanno raggiunto la maggiore età, alla presentazione di documentazione, già in possesso degli interessati, in grado di certificare l’avvenuta vaccinazione anti-HPV, oppure un certificato rilasciato dai centri vaccinali delle Aziende sanitarie locali (ASL) di riferimento, attestante la somministrazione, l’avvio del programma di somministrazione oppure il rifiuto alla somministrazione del vaccino“.
“L’attestazione rilasciata dai centri vaccinali – continua la legge – può anche limitarsi, su formale richiesta degli esercenti la responsabilità genitoriale o, ricorrendone i presupposti di legge, dagli stessi interessati, al mero riferimento sull’avvenuto espletamento del colloquio informativo sui benefici della vaccinazione“.
“Quali le priorità del governo in tema di sanità? Le liste d’attesa? I pronto soccorso intasati? La medicina territoriale al palo? Questi problemi possono aspettare. Bisogna sbrigarsi a bloccare la pericolosa legge pugliese che mira a far salire l’adesione alla vaccinazione contro il papillomavirus”.
Questa la risposta, sempre sui social, di Pier Luigi Lopalco, ordinario di Igiene generale e applicata all’Università del Salento, che critica fortemente la volontà del Governo di impugnare la legge che impone agli studenti di produrre, per l’iscrizione alla scuola, una certificazione che attesti di essere stato contattato dalla ASL e di aver accettato o meno la vaccinazione contro l’HPV.
“Si obietta: problemi di privacy. – scrive Lopalco – Rispondo: facilmente risolvibili. L’informazione se si è vaccinati o no può essere omessa dalla certificazione. Nessuna dato sanitario diffuso. Nessuna discriminazione, visto che l’unico obbligo è quello di recarsi presso la ASL per ricevere informazioni sulla vaccinazione”.
“L’idea invece è proprio buona – aggiunge il professore – In termini tecnici si chiama OPT OUT ed ha dimostrato di funzionare in varie situazioni internazionali. Il Ministero avrebbe potuto prendere la legge ad esempio ed estenderla alle altre Regioni. Del resto è o non è il Governo dell’Autonomia?“.
E conclude: “Invece no. Probabilmente le strizzatine d’occhio ai novax ed il dispettuccio ad una Regione governata da un governo di colore diverso conta di più della salute dei nostri cittadini”.
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