Sarebbero i troppi casi di trombosi ridosso della somministrazione di dosi del lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca anti Covid-19, oltre che alcuni militari deceduti, gli “eventi avversi gravi” degli ultimi giorni che hanno indotto l’Aifa a decidere “in via precauzionale” di emettere un divieto di utilizzo dello stesso lotto sul tutto il territorio nazionale, riservandosi di prendere ulteriori provvedimenti in coordinamento con l’agenzia del farmaco europea Ema.
Nel volgere di poche ore, varie Regioni, tra cui Lombardia, Veneto e Puglia, hanno così deciso di bloccare la distribuzione delle dosi di vaccino anti Covid-19.
“Al momento – ha comunque precisato l’Aifa – non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e tali eventi”.
“Aifa sta effettuando tutte le verifiche del caso, acquisendo documentazioni cliniche in stretta collaborazione con i Nas e le autorità competenti” mentre i campioni del lotto verranno analizzati dall’Istituto Superiore di Sanità”.
Intanto, giungono informazioni più precise su uno dei militari in servizio deceduti. Il primo è un poliziotto a Catania su cui si sta indagando.
Il secondo militare è di Augusta (Sr), aveva 43 anni, originario di Corleone, ma residente a Misterbianco (Ct). Sarebbe morto mercoledì 10 marzo per un arresto cardiaco nella sua abitazione: il giorno precedente si era sottoposto alla prima dose di vaccino anti Covid presso l’ospedale militare di Augusta. Era sposato e padre di due figli. La Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta.
L’agenzia Ansa riporta le dichiarazioni del procuratore di Siracusa, Sabrina Gambino: “Al momento non c’è alcun rapporto causa effetto ma possiamo solo rilevare una coincidenza cronologica. Dobbiamo attendere l’esito dell’autopsia per avere un quadro più chiaro”. Dell’esame autoptico, che potrebbe avere luogo già oggi, si occupa la Procura di Catania su rogatoria.
Al momento non ci sono evidenze che possano collegare il decesso alla somministrazione del vaccino.
L’autopsia del militare è attesa nella giornata di venerdì 12. La Procura di Siracusa sembra abbia già disposto il sequestro delle fiale e sta verificando la posizione dei medici e degli infermieri che si sono occupati della somministrazione.
Intanto, gli avvocati della famiglia – Dario Seminara, Lisa Gagliano e Attilio Indelicato – hanno presentato un esposto per conto della moglie e dei figli di 12 e 14 anni, per capire le cause della morte.
“È necessario che l’autorità indaghi su quanto è accaduto – ha detto l’avv. Dario Seminara -. Non si può negare il rapporto con la somministrazione del vaccino ma naturalmente bisogna capire se ci siano delle malattie pregresse, se ci siano state delle reazioni allergiche, così come va controllato lo stock di fiale all’ospedale militare”.
Secondo i familiari “essendo il decesso chiaramente ascrivibile alla somministrazione del vaccino va verificata nell’interesse della collettività l’ipotesi di uno stock di fiale difettose o di improvvide manovre o ogni altra possibile causa”.
Sulla vicenda, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto un colloquio telefonico con Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Ue.
Dalla conversazione, si legge in una nota di Palazzo Chigi, “è emerso che non c’è alcuna evidenza di un nesso tra i casi di trombosi registrati in Europa e la somministrazione del vaccino AstraZeneca”.
La versione del premier però non convince il Codacons, che si dice pronto ad una class action contro Astrazeneca: l’associazione sta valutando se “il ritiro di un lotto di vaccino da parte dell`Aifa per gravi reazioni avverse nei pazienti a seguito della somministrazione delle fiale” possa essere motivo per “intentare una causa collettiva contro l`azienda farmaceutica da parte di tutti coloro che hanno ricevuto dosi del vaccino del lotto incriminato e hanno subito reazioni avverse gravi”.
L’azione sarebbe “finalizzata a far ottenere ai cittadini coinvolti il risarcimento per i danni materiali e morali subiti, qualora dovessero emergere irregolarità o anomalie nel lotto ritirato da Aifa tali da ledere la salute degli utenti”.
Nel frattempo, il piano vaccinale voluto da Mario Draghi entra nel vivo: sempre Palazzo Chigi ha fatto sapere che venerdì 12 il presidente del Consiglio visiterà l’hub di Fiumicino, un gesto simbolico per il lancio della nuova fase di vaccinazione di massa.
La Commissione Ue ha acquistato altre 4 milioni di dosi – in particolare da Pfizer – oltre a quelle previste nel primo trimestre e che all’Italia ne toccheranno 532 mila in più.
Entro fine marzo dovrebbero così arrivare circa 7 milioni di vaccini, mettendo in grado il Paese di somministrarne quasi 300 mila al giorno, il doppio del livello attuale.
Le proiezioni dicono che da aprile a giugno l’Italia dovrebbe sulla carta ricevere oltre 12 milioni di dosi al mese, con la possibilità di vaccinare almeno 400 mila persone al giorno.
In attesa dell’arrivo di un numero copioso di nuove dosi, una nota della Commissione Tecnico Scientifica dell’Aifa indica che per i vaccini anti Covid occorre “cercare di ricavare il maggior numero possibile di dosi da ciascun flaconcino di vaccino, fatta salva la garanzia di iniettare a ciascun soggetto la dose corretta e la disponibilità di siringhe adeguate”.
L’obiettivo è non sprecare neanche una goccia di quelle presenti nei flaconi, che pur essendo ‘omologati’ per un certo numero di iniezioni hanno una ‘tolleranza’ che porta a poterne estrarre di più.
“Resta inteso – prosegue la nota – che eventuali residui provenienti da flaconcini diversi non potranno essere mescolati”.
Il vaccino Astrazeneca viene distribuito in fiale da 10 dosi, ma al momento non ci sono evidenze della possibilità di ricavarne di aggiuntive almeno nel nostro paese, mentre altrove sembra possibile. Come in Corea del Sud , dove si sta usando per i vaccini anti-Covid una siringa speciale prodotta localmente in grado di estrarre 12 dosi di Astrazeneca.
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