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Vaccino AstraZeneca per gli insegnanti? Inefficace al 40%. I dubbi di Cisl scuola

Per gli insegnanti pare sia destinato il vaccino anti Covid-19 AstraZeneca, che, rispetto a Pfizer e Moderna, ha una copertura meno efficace. Una percentuale non trascurabile di inefficacia del vaccino, si legge nel comunicato di Cisl scuola. In pratica circa il 40% delle infezioni non viene mitigata.

I dubbi di Cisl scuola

Le perplessità del sindacato della Segretaria Maddalena Gissi: nell’incontro tra Governo e Regioni per la rimodulazione del piano vaccinale a seguito dei ritardi delle case farmaceutiche, è emersa in effetti l’intenzione di consentire al personale delle forze dell’ordine e al personale scolastico di accedere alla vaccinazione, utilizzando il vaccino AstraZeneca, il cui impiego è rivolto al personale di età inferiore ai 55 anni.

E ancora: molti operatori della scuola si interrogano sui vantaggi di aderire a questa opportunità, a causa della dichiarata minore copertura vaccinale di AstraZeneca rispetto ai più efficaci vaccini Pfizer e Moderna. Si tratta infatti di una adesione libera e volontaria, che pone il personale interessato davanti ad una scelta densa di dubbi ed interrogativi.
La decisone di inserire il personale della scuola nelle priorità della campagna vaccinale e soprattutto di utilizzare il vaccino AstraZeneca, è stata assunta senza alcun coinvolgimento né del Comitato Tecnico Scientifico né dei Sindacati. Non sono state fornite sufficienti informazioni per spiegare perché è opportuno utilizzare il vaccino AstraZeneca piuttosto che nessun vaccino, e se comunque nella percentuale non trascurabile di inefficacia del vaccino, in caso di contagio vi sia una attenuazione dei sintomi della malattia rispetto ai non vaccinati
.

Gli esponenti del sindacato, inoltre, lamentano una carenza di informazione e dunque una difficoltà a creare quel clima di fiducia, nel mondo della scuola, tale che responsabilmente i soggetti coinvolti possano dire al vaccino. A questo scopo, Cisl scuola chiede di essere ascoltata dal CTS per essere messa nelle condizioni di raccogliere informazioni più puntuali attorno ai vaccini (modalità e luoghi della vaccinazione, ad esempio: ci si vaccina presso le sedi scolastiche o negli ambulatori medici?), integrandole con tutti gli opportuni argomenti relativi alla sicurezza e alla garanzia dei lavoratori, anche nell’ottica di rivedere il protocollo di sicurezza nelle scuole.

Le conclusioni cui si giunge nel comuicato di Cisl scuola: Ciò di cui abbiamo bisogno ora non è solo la disponibilità delle dosi di vaccino necessarie, ma anche la forte capacità delle autorità di comunicare con i cittadini, di diffondere dati robusti ed informazioni verificate che aiutino la popolazione a maturare scelte consapevoli.

Carla Virzì

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