Fa discutere la decisione del ministero della Salute di consigliare il vaccino AstraZeneca agli over 60, senza però rinunciare alle dosi già programmate per tutte le altre fasce d’età, compresa la seconda somministrazione già prenotata da oltre un milione di insegnanti e Ata. La nuova “sterzata”, ratificata in un circolare notturna dall’Italia, dopo la riunione dei ministri della Salute europei e la conferenza stampa dell’Ema, l’Agenzia Europea per il farmaco, non ha convinto più di tanto.
Lo dimostra il fatto che nelle ultime ventiquattr’ore è aumentato il numero di persone che hanno deciso di rinunciare alla vaccinazione: in Lombardia, ha detto il membro del Cts lombardo Carlo Signorelli, un 15-16% di prenotati non si è presentato; alla Asl Napoli 1, martedì su 4mila prenotati 800 hanno disertato la vaccinazione, quindi il 20%; “Rischiamo di avere vaccini che non riusciamo a inoculare, perché la gente non li vuole”, ha detto il governatore del Friuli Massimiliano Fedriga.
Tra le categorie nelle quali serpeggia lo scetticismo, c’è senz’altro quella dei docenti e degli Ata. Lo confermano i sindacati.
“La campagna vaccinale per il personale della scuola è ad un livello avanzato ma le informazioni su AstraZeneca ci preoccupano molto – ha detto all’Ansa la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi – : l’adesione quasi totale da parte del personale della scuola ci fa pensare che non ci devono essere motivi per interrompere il rapporto fiduciario che si è creato tra i docenti, gli addetti del settore e le istituzioni che rappresentano la salute”.
Però, ha continuato la sindacalista, “abbiamo bisogno di una campagna di informazione dettagliata in vista delle seconde dosi, dobbiamo far capire al personale che se è vero che i rischi sono certificati, dopo una prima ci deve essere la seconda dose o se questo non è affermabile che lo si spieghi con modelli scientifici di natura istituzionale”.
Gissi non fa giri di parole: “non possiamo inseguire le notizie che arrivano attraverso i social e virologi o epidemiologi presenti nelle trasmissioni tv”.
Secondo i calcoli della Cisl Scuola, tra i lavoratori della scuola vi sono oltre 500 mila sono donne under 55, quelle che sembrava fossero destinate all’esclusion della vaccinazione AstraZeneca. Anche su questo punto, ha detto, la leader del sindacato Confederale, “mi auguro che ci sia al più presto un incontro con il ministro della Salute Roberto Speranza”, ha concluso Gissi.
Ancora più forte è la posizione di Elvira Serafini, a capo dello Snals: “Nel mondo della scuola molti non vogliono fare la seconda dose del vaccino AstraZeneca, ma così il rischio è un flop della campagna di vaccinazione”.
Serafini rivela che “la preoccupazione del personale scolastico è tanta e non sappiamo cosa consigliare, docenti, presidi, Ata: sono spaventati ed in grande ansia”.
Secondo la sindacalista dello Snals, “le indicazioni su questo vaccino sono troppo contrastanti: è stato detto tutto e il contrario di tutto nel giro di poche ore. La verità devono dircela gli specialisti”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ritiene che debba essere lasciata libertà alle persone di vaccinarsi o non, anche tra il personale sanitario: “sulle vaccinazioni, come sindacato siamo stati i primi chiedere di fare presto e a pretendere dei chiarimenti sulle troppe incertezze che hanno portato al blocco della somministrazione delle dosi e che continuano a caratterizzare questa campagna vaccinale”.
“In questo clima – ha continuato – , per evitare che le preoccupazioni prevalgano sulla ragione, rendendo ancora più difficile l’arretramento del Covid19, diventa fondamentale avere informazioni certe ed essere rassicurati sulla base di dati scientifici certi”.
Il sindacato ha calcolato che sono 650 mila le insegnanti e Ata donne con meno di 60 anni che già hanno fatto il vaccino. “Per noi – ha concluso Pacifico – è chiaro che occorre continuare a procedere con la campagna vaccinale”.
Le Regioni, intanto, si stanno organizzando per avviare la vaccinazione delle persone over 60 con AstraZeneca: “Da domani apriremo le agende” per loro, ha annunciato il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, aggiornando la III Commissione consiliare regionale sul proseguimento della campagna vaccinale a seguito della circolare del Ministero della Salute sull’utilizzo di AstraZeneca.
L’avvio delle prenotazioni si basa “sulle disposizioni che ci arriveranno – ha precisato – non ancora formalizzate ma anticipate nella notte dal generale Figliuolo, sull’apertura delle agende con utilizzo di Astrazeneca a tutti i cittadini con più di 60 anni”.
Sui caregiver e conviventi di persone con fragilità con meno di 60 anni, per i quali sono già aperte le agende, ha spiegato Riccardi, “abbiamo deciso di intervenire allineandoli al pari di operatori sanitari e sociosanitari. Per queste persone procederemo con la vaccinazione utilizzando Pfizer e Moderna”.
Riccardi ha quindi ribadito che per il vaccino AstraZeneca “non viene formalizzato un divieto per la categoria sotto i 60 anni”, quindi gli under 60 che si sono prenotati per riceverlo, come ad esempio forze di polizia e mondo della scuola, e “decidessero di assumerlo, lo potranno fare” proprio “in relazione a quelle che sono le categorie che avevano già questo tipo di prenotazione secondo la prima declinazione del piano vaccinale”.
“Queste organizzazioni proseguono come stabilito e nel caso decidessero di non aderire a questo tipo di vaccinazione, si mettono in coda come tutti gli altri”.
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