Crescono le ansie e i timori da parte di coloro che si sono vaccinati con AstraZenaca. Le ansie sono sorte seguito di alcuni “eventi avversi gravi” riscontrati in pazienti a seguito della somministrazione del suo vaccino: dopo la Germania, anche in Italia l’Agenzia italiana del farmaco Aifa ha infatti deciso di estendere in via del tutto precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell’EMA, il divieto di utilizzo del vaccino AstraZeneca Covid19 su tutto il territorio nazionale.
Poco prima della decisione, AstraZeneca, aveva cercato di minimizzare le polemiche con un comunicato con il quale sottolineava che non vi sono i presupposti di aumento di rischio, perché “finora nell’Ue e nel Regno Unito, sono stati segnalati 15 eventi di Tvp (trombosi venosa profonda) e 22 eventi di embolia polmonare tra quelli a cui è stato somministrato il vaccino, in base al numero di casi che la società ha ricevuto all’8 marzo. Questo è molto più basso di quanto ci si aspetterebbe che si verifichi naturalmente in una popolazione generale di queste dimensioni ed è simile per altri vaccini Covid-19 autorizzati”.
La sospensione del vaccino, però, ha prodotto il risultato di alzare ancora di più il livello di preoccupazione. Se in tanti hanno deciso di rinunciare, più di 3mila Treviso e 4mila in Toscana, a seguito dello stop deciso dall’Aifa molti rimarranno in stand by. E chi invece lo ha già fatto già da alcuni giorni oppure da settimane? Deve ritenersi al sicuro da possibili effetti collaterali? Ne abbiamo parlato con il dottor Vincenzo Fusco, medico di base di Roma in prima linea da alcune settimane nella somministrazione del vaccino.
Dottore, qual è la situazione delle vaccinazioni AstraZeneca?
Da oggi pomeriggio è giunta la comunicazione di sospenderne la somministrazione: le ultime vaccinazioni sono state fatte nel primo pomeriggio.
E ora?
È tutto fermo. Fino a comunicazione contraria da parte dell’Aifa.
Quindi il personale della scuola prenotato per martedì 16 marzo?
Non farà il vaccino.
Ve l’aspettavate?
Francamente no.
Ma lei consiglia a un insegnante di vaccinarsi?
Sì. Perchè sta a stretto stando in contatto con i giovani, i quali con la variante inglese sono colpiti con maggiore frequenza rispetto alle forme classiche. I docenti, come tutti i lavoratori della scuola sono particolarmente esposti al contagio
Tra loro c’è però preoccupazione per i possibili effetti collaterali. Si sente di rassicurarli?
Al momento dobbiamo rimanere agli studi effettuati. E ai numeri: i casi riscontrati di reazioni che vanno oltre alle reazioni comuni – febbre, mal di testa, di ossa e dolori muscolari, senso di stanchezza – sono in numero minimo.
In Italia abbiamo 600 mila docenti e Ata, più qualche migliaio di dirigenti, che hanno fatto il vaccino AstraZeneca: possono stare tranquilli?
Non si hanno notizie di reazioni emerse a chi ha ricevuto la dose da diversi giorni. C’è stato solo un caso di un lavoratore italiano che aveva fatto il vaccino due settimane prima, ma ancora di più in questo caso il nesso è tutto da dimostrare. Per cui escluderei possibili effetti collaterali dopo quarantott’ore dalla somministrazione.
Quindi le reazioni si ravvisano solo a ridosso del vaccino ricevuto?
Premesso che le eventuali associazioni tra il vaccino e l’effetto collaterale devono ancora tutte essere accertate, mi sento di dire che ogni eventuale manifestazione importante si può materializzare nell’arco delle prime ore dalla sua somministrazione.
Cosa si sente di dire a chi ha fatto il vaccino da oltre due giorni?
Direi che può stare tranquillo.
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