Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte oggi 30 dicembre in conferenza stampa, organizzata in partnership con il Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti, è stato più volte interrogato sulla questione vaccini, e precisa che dopo le categorie altamente prioritarie cui spettano i primi vaccini (personale medico, personale e pazienti delle RSA, anziani e persone con comorbilità e patologie croniche) riguardo alle altre categorie, “per il momento non c’è un ordine di priorità,” afferma il Premier.
Da qui la deduzione: i docenti ad oggi non sono considerati dal governo una categoria prioritaria, fatti salvi i lavoratori fragili che rientrano nella categoria di persone con comorbilità.
Un’affermazione, quella del Presidente del Consiglio, che non necessariamente avrà riscontro nella realtà, se le pressioni di una parte importante degli esperti, dal coordinatore del CTS Miozzo ad altri, dovessero continuare a premere affinché quei lavoratori che per la natura della propria professione entrano in contatto con molte persone, possano in via prioritaria essere tutelati a dovere e possano a loro volta tutelare gli altri.
Una questione, quella della priorità dei docenti al vaccino, di cui abbiamo discusso come testata.
Quindi, sempre rispetto al vaccino, il Presidente Conte chiarisce che non si agirà con l’obbligatorietà ma con la forza della persuasione, della scienza, della comunicazione.
“Abbiamo un importante piano di vaccinazione. In questo momento non stiamo valutando l’obbligo vaccinale, vediamo ovviamente il riscontro che ci sarà, ma noi confidiamo comunque di potere raggiungere una buona percentuale di popolazione anche su base facoltativa.”
Dunque anche sulla scuola, potrebbe decadere per il momento la preoccupazione circa l’obbligatorietà del vaccino, rispetto alla quale in queste ore La Tecnica della Scuola ha interrogato i propri lettori con un sondaggio. CLICCA QUI PER PARTECIPARE AL SONDAGGIO
“In Italia abbiamo fatto una scelta di prova democratica quando il ministro della salute è andato alle camere e le camere hanno approvato il 2 dicembre il piano di vaccinazione,” afferma il Primo Ministro.
Quanto al piano, spiega il Presidente, le categorie sono state ben definite: prima i sanitari, poi i residenti e il personale delle RSA (circa 2 milioni di persone); quindi gli anziani ultraottantenni (4,4 milioni di persone), gli altri anziani sopra i 67 anni (13,4 milioni di persone), chi ha delle comorbilità e patologie croniche (7 milioni di persone); infine tutti gli altri.
Parliamo cioè di oltre 20 milioni di persone, un numero a partire dal quale, attorno a questa primavera, potremmo iniziare a vedere la fine del tunnel.
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