Il portale del Ministero della Salute informa che sono state somministrate 22.644.364 dosi in Italia, con 6.877.239 persone che hanno ultimato il ciclo vaccinale. Sul fronte scuola, salgono a 1.204.803 le dosi somministrate, tra Ata e docenti alla prima dose e personale della scuola che deve rinnovare il vaccino.
Quali problematiche per la seconda dose?
I docenti che stessero ricevendo in questi giorni la prima dose, potrebbero doversi sottoporre alla seconda dose nel corso dell’estate. A questo proposito è intervenuto su Sky TG24, Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni e presidente della Regione Friuli Venezia Giulia. Possibili novità in arrivo: “La prossima settimana vedremo in Conferenza delle Regioni il generale Figliuolo con il quale avremo un confronto per coordinarci da questo punto di vista: capire come intersecare le esigenze di una persona che fa il vaccino e poi si sposta in vacanza, la possibilità di fare la seconda dose in un altro territorio”.
Roberto Burioni
Una nuova rassicurazione arriva sul caso AstraZeneca, che coinvolge anche gran parte del mondo della scuola. In un recente tweet, infatti, Roberto Burioni, virologo, immunologo e divulgatore scientifico, informa: “Buone notizie, 15 casi di variante indiana in una RSA inglese in ospiti vaccinati con AZ, zero casi severi e zero morti”.
Il vaccino AstraZeneca, insomma, mostra un’ottima copertura anche rispetto alla variante indiana, impendendo le conseguenze più gravi del virus.
Il sottosegretario alla Salute Sileri
Peraltro, in queste ore il sottosegretario al Ministero della Salute Sileri a Radio Cusano Campus su AstraZeneca ha dichiarato: “Chi ha fatto la prima dose può fare tranquillamente la seconda, anche se è under 60“. E aggiunge: AstraZenceca “è consigliato sopra i 60 anni, ma è verosimile che venga utilizzato anche sotto i 60″.
Per quanto riguarda gli altri vaccini, Pfizer e Moderna, come riferiamo in un articolo precedente, uno studio realizzato in Israele, pubblicato dalla rivista ‘The Lancet‘, rassicura circa il fatto che entrambi proteggono dalle varianti del Covid. Ad esempio, due dosi di vaccino Pfizer/BioNTech proteggono al 95% anche dalla variante inglese.
Moderna, invece – annuncia la stessa azienda – con una singola dose aumenta i titoli neutralizzanti contro due varianti diffuse, ovvero brasiliana e sudafricana.