Tra insegnanti e personale Ata è già partita la corsa per mettersi in “regola” con l’obbligo della vaccinazione anti-Covid voluta dal Consiglio dei ministri: ci sono meno di tre settimane di tempo, perché la norma entrerà a regime il 15 dicembre. In effetti, non sono poi molti giorni. Lo sanno bene anche i gestori dell’emergenza Covid, tanto che per i lavoratori della scuola, come per forze dell’ordine e militari, il commissario Francesco Figliuolo ha deciso che le Regioni dovranno garantire un accesso prioritario e senza prenotazioni agli hub.
Questo significa che per farsi somministrare il vaccino, che per la maggior parte dei dipendenti scolastici è già la terza dose, non dovranno mettersi in fila.
Anche perché nei grandi centri, come Roma e Milano, l’alto numero di prenotazioni degli ultimi giorni ha fatto sì che chi non ha la precedenza è già oggi costretto ad attendere, per la propria vaccinazione, fine anno ed in alcuni casi anche l’inizio del 2021: solo che lo slittamento non è compatibile con la tempistica voluta dal Governo per l’introduzione dell’obbligo per quelle determinate categorie.
È anche vero, comunque, che la maggior parte degli insegnanti, amministrativi e collaboratori scolastici dovrebbe vedersi scadere la validità della copertura vaccinale non prima di gennaio o febbraio 2022: questo perché si sono in alto numero fatti somministrare la seconda dose di vaccino anti-Covid tra maggio e giugno scorso; da quel momento hanno preso il via i 9 mesi (non più 12) di immunizzazione.
Il ragionamento non vale, però, per i circa 100mila che non hanno fatto nemmeno una dose di vaccino anti-Covid: è a loro che è principalmente diretta, quindi, la corsia preferenziale che porta alla vaccinazione con priorità e senza alcuna prenotazione.
Per convincerli, il Governo ha anche introdotto il Super Green pass, che evita le restrizioni a chi ha fatto il vaccino e rende, di fatto, più dura la vita per chi sostiene che l’obbligo è una minaccia ai propri diritti e anche alla Costituzione.
Molto probabilmente, una parte di loro a malincuore si avvarrà della precedenza e farà il vaccino.
I più ostinati e convinti, invece, anche se non necessariamente no-vax, potrebbero “tenere duro”, andando incontro alle sanzioni, a partire dalla sospensione dal servizio e dello stipendio (anche della carriera e quindi dei contributi previdenziali).
Più di qualcuno si sta già preoccupando. Come in Alto Adige, dove la percentuale di insegnanti e Ata non vaccinati è vicina al 20%, quindi tre volte la media nazionale.
C’è già chi paventa una probabile carenza di personale negli istituti di quelle zone, a partire proprio da mercoledì 15 dicembre.
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