I lettori ci scrivono

Vademecum per i nostri studenti sul 25 Aprile: da imparare a memoria

È sufficiente fare delle rapide e brevi interviste ai nostri studenti per smascherare un’ignoranza diffusa sul significato profondo della data 25 Aprile; chi si confonde con la festa della Repubblica, dei Lavoratori; chi in maniera esuberante sottolinea “importante che si festeggi”; chi è conscio del concetto di Liberazione, ma non sa bene da cosa e via dicendo. Le generalizzazioni sono detestabili, sicché è pacifico che probabilmente un’altrettanta cospicua schiera di nostri alunni ne sia a conoscenza, e ciò è un bene.

Se poi, la mancanza di consapevolezza su quell’epoca storica caratterizzata dal successivo referendum per la scelta tra Monarchia e Repubblica, la nascita di quest’ultima e la successiva stesura della nostra Costituzione, riguarda anche diversi adulti, beh allora, la questione diventa a dir poco imbarazzante. E se in secondo luogo, pseudo giornalisti, alcuni persino Direttori di sti zebedei, dichiarano che la festa del 25 Aprile è “soltanto una sagra di paese”, o alcuni esponenti politici affermano con fierezza di non essere anti-fascisti e suggeriscono di proclamare il giorno 25 aprile come ricorrenza per tutti i caduti delle guerre e le vittime da COVID-19 (mancano date disponibili, giustamente…), ecco, allora la situazione è mefitica.

È prima che qualunque lucratore di voti o elettore ringalluzzito risentito possa ritenere questo pezzo  fazioso, un po’ come accadeva anni fa negli studi televisivi dei talk show politici, nei quali se dicevi sacrosante ed evidenti verità eri in realtà di parte o fazioso, per intenderci, ogni qualvolta si criticava il padrone di Dudù, sottolineo che il Vademecum a seguire consta di semplici e storiche verità, praticamente inappuntabili se si è provvisti di un minimo di senso critico ed onestà intellettuale.

Vademecum per i nostri studenti, giornata 25 Aprile

Cari ragazzi, il 25 Aprile di ogni anno è una festa civile per tutti noi italiani, il trionfo della Democrazia, difatti ricorre l’anniversario della Liberazione dell’Italia dal Nazifascismo, 1945.

La Democrazia repubblicana è l’attuale forma di governo che abbiamo oggi nel nostro paese in cui il potere viene esercitato dal popolo, tramite rappresentanti liberamente eletti. Siamo una repubblica parlamentare.

Il Nazismo ed il Fascismo sono stati dei regimi dittatoriali, e in quanto tali, non possono aver fatto (anche) una beneamata mazza di cose buone.

Una delle più grandi conquiste della Democrazia è l’annessa libertà di manifestazione del proprio pensiero. Sapete che in alcuni paesi, tale diritto non è concesso e ci sono giornalisti che hanno pagato persino con la morte, la loro voglia di esprimere opinioni?

Quando sentite parlare di resistenza ci riferiamo a quel movimento politico-militare coordinato dal Comitato di liberazione nazionale (vi aderivano i partiti politici contrari alla dittatura, tutti indifferentemente, destra e sinistra) e composto da persone di ogni età, sesso, provenienza geografica, militari e civili che hanno osteggiato il regime, pagando anche con la vita o il carcere.

I partigiani non sono altro che i combattenti della Resistenza e hanno contribuito alla liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista.

In seguito agli avvenimenti che hanno visto venir meno il Fascismo, è nata la Democrazia, la Repubblica italiana, la Costituzione, legge fondamentale dello Stato ed espressione dei diritti democratici fondamentali dell’uomo.

“O bella ciao” è un canto di ribellione contro il nazifascismo e veniva intonato dai combattenti della resistenza durante e dopo la seconda guerra mondiale. Quando qualcuno vi dice che non bisogna cantarlo, perché significherebbe essere un comunista., state calmi, sospirate e alla fine, rinviate a questo vademecum, successivamente cantatelo doppiamente a squarciagola, e magari ditegli anche che è grazie alla Democrazia che lui può esprimere queste sue opinioni discutibili.

Antonio Marchetta

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