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Vaiolo delle scimmie, contagiato un docente: preoccupazione in una scuola, genitori allertati con una lettera

Ancora contagi da vaiolo delle scimmie: stavolta è toccato ad un insegnante di scuole elementari di Capriolo, nel bresciano, come riporta BresciaToday.

L’uomo è in isolamento

Non è chiaro come e quando abbia contratto il virus, ma attualmente si trova in isolamento nella sua abitazione. Come da prassi, l’autorità sanitaria (Ats) ha già informato il Comune e soprattutto le famiglie: i genitori sono stati allertati con una lettera del rischio di “contatto a basso rischio di un caso di monkeypox”. Ma ad oggi non risulterebbero bambini contagiati.

Le autorità invitano i genitori a valutare con attenzione eventuali sintomi almeno – quali febbre, spossatezza, ingrossamento di linfonodi e presenza di vescicole fino al 2 gennaio, come riporta SkyTg24.

Nessuna emergenza, ma la situazione rimarrà monitorata fino ai primi di gennaio. Il vaiolo delle scimmie, come riporta l’Istituto superiore di Sanità, è una malattia infettiva zoonotica causata dal virus monkeypox (MPXV) e identificata per la prima volta nel 1970 nei villaggi rurali delle foreste pluviali dell’Africa centrale e occidentale, quando invece il vaiolo (in inglese smallpox) era nelle fasi finali dell’eradicazione.

Come si trasmette il vaiolo delle scimmie?

La trasmissione da persona a persona avviene attraverso il contatto stretto e prolungato con una persona sintomatica. L’Mpox è solitamente una malattia autolimitante e in genere dura da 2 a 4 settimane. Tra i sintomi più diffusi: febbre, cefalea, linfonodi ingrossati, mal di schiena, mialgia e astenia (debolezza), oltre alla celebre eruzione cutanea che si presenta di solito entro 3 giorni dalla comparsa della febbre, tipicamente iniziando sul viso e poi diffondendosi ad altre parti del corpo.

Sono rari i casi gravi con necessità di ricovero ospedaliero: le persone più ad alto rischio sono i bambini, le donne in gravidanza, le persone con compromissione del sistema immunitario (inclusa l’infezione da Hiv).

Casi Covid in impennata, Ilaria Capua: aprire le finestre a scuola

Proprio in questo periodo stanno crescendo in Italia i casi di Covid-19: nell’ultima settimana sono stati 60.556 gli italiani colpiti dall’infezione, con un’incidenza di 103 casi ogni 100 mila abitanti, in crescita di quasi il 10% rispetto alla settimana precedente, quando si attestava a 94 casi ogni 100 mila. Cresce anche l’indice di trasmissibilità (Rt) passato da 0,80 della scorsa settimana a 0,96 di quella attuale; l’indice rimane comunque sotto la soglia epidemica.

Alla luce di questa situazione, la virologa Ilaria Capua ha scritto un articolo pubblicato su Il Corriere della Sera in cui ha fatto alcune raccomandazioni che riguardano anche la scuola. “Non voglio convincervi che bisogna rimettere le mascherine ma a portarsele dietro sì. Possono capitare situazioni imbarazzanti nelle quali si è seduti vicino a persone che tossiscono o mostrano sintomi di una infezione respiratoria, per esempio in treno o in aereo oppure in altri luoghi chiusi e affollati. E così non ci mangiamo le mani per non avere portato con noi una protezione”, ha esordito.

“E poi un consiglio semplice, visto che ahimè questo inverno sarà probabilmente il più caldo mai registrato: apriamo le finestre per piacere. Basta poco — anche aprirle 4 dita per permettere all’aria di muoversi e soprattutto di ricambiarsi. Questo vale non solo per i raduni e le libagioni natalizie ma ovunque. A scuola, in palestra, in ufficio ma anche in auto quando si viaggia con persone che non appartengono al nucleo familiare”, ha aggiunto.

Redazione

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