Come abbiamo scritto ieri prosegue senza sosta la “crociata” del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e di altri esponenti della maggioranza contro l’attuale sistema di valutazione degli alunni della scuola primaria.
Il numero uno di Viale Trastevere nel corso della sua visita alle scuole di Alghero, è nuovamente intervenuto affermando: “Come fa un genitore o un bambino a capire che ‘in via di prima acquisizione’ vuol dire insufficiente? È una questione di chiarezza. Stiamo valutando se sia utile aggiungere la possibilità di mettere ‘gravemente insufficiente’ dal prossimo anno scolastico”.
“Colpo di mano” alla scuola?
Queste parole sono state accolte male da molti. Come riporta Il Corriere della Sera il pedagogista Raffaele Mantegazza, che ha sottoscritto con il collega Daniele Novara e al maestro Alex Corlazzoli un appello per chiedere al governo di fermare quello che definisce un “colpo di mano”: “Non dico che il sistema dei livelli non andasse perfezionato. Ma che senso ha anticipare alle elementari i due e i tre delle superiori che già creano ansia ai più grandi?”.
Salvini: “Per interpretare la pagella di mia figlia ci vuole la laurea”
A lodare il ministro è stato invece il leader della Lega Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. “Da papà dico: finalmente!”. Non è la prima volta che il vicepremier riflette e dice la sua sul sistema dei voti a scuola. Ecco le sue parole di un anno fa, pronunciate in diretta su TikTok: “Ho visto la pagella online di mia figlia, quinta elementare. Per interpretarla e capirla ci vuole la laurea. Non so se mi ascoltano altre mamme e papà o professori. La pagella è lunghissima, ai miei tempi c’erano le materie con ottimo, distinto, sufficiente. Ora per italiano ci sono otto voci, senza giudizi ma ‘avanzato, intermedio, base o in via di prima acquisizione’. Non è più semplice rimettere i voti con i numeri?”.
“In questo modo quattro è quattro, sei è sufficiente, nove è eccellente, tre vuol dire che bisogna ripensare qualcosa. Non capisco a chi diano fastidio i voti. Dicono che turbino i bambini, e invece così ci mettono un quarto d’ora a capire com’è andata l’interrogazione. ‘In via di prima acquisizione’ ho capito che significhi ‘insufficiente’. E allora meglio dire ‘insufficiente’”, ha continuato Salvini.
Frassinetti: “Nella vita i voti arrivano in ogni caso inesorabili”
I giudizi descrittivi introdotti con l’OM 172 del 2020 all’epoca della ministra Lucia Azzolina non piacciono proprio né al Ministro né alla sottosegretaria Paola Frassinetti, che per la verità già dichiarato più volte di “tifare” per i voti numerici che avrebbero il pregio di essere semplici, chiari e comprensibili da tutti.
“L’idea di tornare al voto o al giudizio tradizionale (insufficiente, discreto, ottimo) nasce dall’ascolto di tantissime famiglie che non comprendono appieno gli attuali giudizi così come anche di molti maestri e maestre. Non capisco quale sia il timore nel ripristinare una valutazione più chiara. Nella vita i voti arrivano in ogni caso inesorabili e abituarsi da bambini è un modo per prepararsi alle valutazioni future, certo con questo nessuno vuole drammatizzare il brutto voto ma far capire che c’è la possibilità serenamente di poter migliorare”, ha detto mesi fa la sottosegretaria.
In disaccordo la professoressa Elisabetta Nigris, docente dell’Università di Milano Bicocca che con i rappresentanti di altre università, di Indire e Invalsi oltre a insegnanti, ispettori ministeriali e dirigenti scolastici aveva lavorato sui criteri per la valutazione, arrivando alla stesura della nuova ordinanza in risposta alla legge del Parlamento che nel maggio 2020 eliminava i voti alla primaria.
Ecco le sue parole: “La valutazione ha un valore formativo e non sanzionatorio e la valutazione descrittiva ha la possibilità di individuare e spiegare con maggiore rigorosità quello che il bambino ha imparato nella sua interezza e nella sua articolazione”. La sottosegretaria ha replicato così: “Anche la valutazione numerica o i giudizi tradizionali hanno valore formativo e non penso che ci sia in questo una intenzione sanzionatoria. Dare atto che uno scolaro ha una preparazione insufficiente non è una sanzione ma una valutazione che deve stimolare a migliorare”.