Intervenuto a Radio Radicale, al convegno “L’Italia dei conservatori – Europa, futuro, libertà”, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha parlato anche di scuola.
Il ministro ha ribadito il senso di “merito” come “valorizzazione di talenti” e ha elencato le novità introdotte per il nuovo anno scolastico.
Si è parlato di aumento stipendio dei docenti, della riforma degli ITS, del divieto di cellulari in classe, del voto di condotta. Ma soprattutto sul ridare autorevolezza ai docenti, che passa senza dubbio dall’aumento degli stipendi, ma anche con l’introduzione della multa agli studenti violenti. In questo modo, gli studenti che aggrediscono qualsiasi membro del personale scolastico dovranno risarcire la persona offesa e dovranno anche pagare una multa dai 500 ai 10 mila euro in favore della scuola.
Valditara ha anche criticato chi aveva gonfiato i numeri del precariato dei docenti, affermando che i dati divulgati sono sovrastimati: il numero effettivo di supplenti a orario pieno si attesta a 165 mila e scenderà ulteriormente con l’assunzione di 10 mila nuovi docenti entro dicembre, e quindi non a 250 mila.
Il ministro ha poi parlato dei docenti di sostegno e della continuità didattica dando la possibilità di garantire i docenti a tempo determinato su posto di sostegno su indicazione delle famiglie, fermo restando la decisione ultima del dirigente scolastico.
Infine, Valditara ha ribadito che il nuovo contratto per la scuola sfiorerà il 6% di aumento.
“Stiamo pensando ad una assicurazione sanitaria per il personale della scuola. Ormai ce l’hanno i privati, tutti i dirigenti. Lo Stato deve garantire il benessere. Per questo abbiamo introdotto anche gli sconti per i docenti. Bisogna pensare ad un insegnante rispettato, valorizzato, da lì si costruisce e si cambia la società”.
“Per me è una aberrazione pensare a un genitore che picchia un docente: lo scorso anno le violenze e le aggressioni nelle scuole sono aumentate del 110%”.
E ancora: “Mi hanno accusato perché voglio valorizzare la parola lavoro, l’impegno; i ragazzi devono capire che il lavoro è bello, realizzante”.
“La nuova educazione civica e il nuovo voto in condotta sono una rivoluzione culturale che si scontra con chi ha portato avanti modelli differenti nel passato. Io non ho in mente uno Stato repressivo, ma la responsabilità è al centro di una società liberale che non è anarchica”.
“Di fronte a scuole devastate all’indomani delle occupazioni dico che si tratta di teppismo: non c’entra nulla con la politica e mi indigna che ci siano politici che non lo ammettano. Non sono azioni contro il governo ma contro i cittadini italiani, noi tutti ci rimettiamo i soldi. A volte sono stati distrutti persino i bagni delle scuole: se è consentito tutto, se chi rompe non paga, è finita. L’autorità è un principio importante, fondamentale: basta fare quello che si vuole”.
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