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Valditara ai prof: fate studiare più Risorgimento, esaltò l’esperienza dell’antica Roma che non è mai stata razzista e sapeva accogliere

“Del Risorgimento si parla sempre meno a scuola e questo è estremamente negativo” perché “il Risorgimento ha portato alla costruzione dell’Italia”: lo ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara al convegno ‘La memoria del Risorgimento e l’identità italiana’ svolto alla Luiss di Roma.

Il titolare del Mim, che è anche docente ordinario di Diritto romano al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino e l’Università Tor Vergata di Roma, ha sottolineato che “fino a quando non ci sarà uno stato nazionale europeo, sapere chi siamo e dove vogliamo andare non è una cosa banale. Che si sappia quale è la nostra identità, i valori di riferimento”.

“Il Risorgimento – ha continuato – aveva esaltato un elemento del passato capace di esaltare l’esperienza dell’antica Roma che non è mai stata razzista, che è stata universalista, che sapeva integrare chiunque e accogliere. C’era qualcosa di magico che è stato in qualche modo anche il sogno americano, capace di integrare. Il nostro paese deve dare risposte proprio per essere capace di integrare e far sentire italiano chi viene da noi e ha voglia di un futuro migliore”.

“Mi è venuta in mente – ha aggiunto Valditara – la differenza tra amore di patria e il messaggio carico di disprezzo che è nel nazionalismo: patriottismo contro il nazionalismo. Riscoprire il Risorgimento significa non avere uno spirito nazionalista, lo spirito di patria è bello e include. Dobbiamo cercare di dare una risposta a quelli che sono i valori a cui dobbiamo ispirarci, sono i valori della Costituzione. Se abbiamo il coraggio di riportare nelle scuole il dibattito sul Risorgimento, penso possa essere utile per sapere affrontare il percorso di crescita e anche di inclusione, altrimenti la società che non è forte nei riferimenti ideali va verso la disgregazione”, ha concluso il ministro dell’Istruzione e del Merito.

Alessandro Giuliani

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