Le parole del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara pronunciate oggi, 30 novembre, al Senato, nel corso della presentazione delle linee programmatiche del ministero, hanno fatto discutere. Il leghista ha parlato di reclutamento dei docenti, di inclusione degli alunni con disabilità, di orientamento e, soprattutto, di merito e valorizzazione delle eccellenze.
Manzi (Pd): discorsi vuoti
A molti le parole di Valditara non sono andate giù. Una fra tutti la capogruppo dem in VII commissione e responsabile Scuola del Pd, Irene Manzi. Quest’ultima lamenta l’assenza di concretezza nel discorso del ministro:
“Dopo l’audizione del ministro Valditara siamo ancora più preoccupati di quanto già non lo fossimo. Lo show degli ultimi giorni non è servito solo a illustrare l’idea di una scuola in cui il merito è una parola vuota e dove si deve mortificare e umiliare lo studente che sbaglia, ma anche a coprire il vuoto di idee che abbiamo registrato oggi nel corso dell’intervento del ministro”.
Ecco su cosa Valditara avrebbe dovuto riflettere e proporre soluzioni secondo Manzi: “La verità è che non è stata data nessuna risposta concreta sul tema del precariato dei docenti, sul potenziamento del sistema integrato 0/6, sugli strumenti di prevenzione del disagio e del bullismo, sull’edilizia e la dispersione scolastica. Del resto, non sono previsti investimenti significativi nella legge di bilancio, non ci sono ulteriori risorse rispetto a quelle previste dal Pnrr, le risorse per il nuovo contratto sono insufficienti e, soprattutto, non è stata pronunciata una parola sulla volontà, contenuta nella legge di bilancio, di ridurre nel corso dei prossimi dieci del 10% il numero delle scuole italiane. E’ del tutto evidente, infatti, che la norma prevista dalla manovra porterà a un accorpamento degli istituti”.
“Il rigore, la disciplina e il classismo della scuola descritta da Valditara a mezzo stampa servono solo a nascondere il tentativo di ridimensionare gli investimenti sull’istruzione che si farà nei prossimi anni, già a partire dalla prossima Legge di bilancio”, ha concluso.
Pirondini (M5s): da Valditara, d’altronde, cosa ci si può aspettare?
Sul taglio del numero di scuole è intervenuto anche Luca Pirondini, senatore del Movimento 5 Stelle, dopo aver criticato Valditara per le sue affermazioni sul Reddito di Cittadinanza. “Il ministro Valditara attacca ancora il reddito di cittadinanza. Durante l’intervento davanti alle commissioni Istruzione di Camera e Senato sulle linee programmatiche del suo ministero parla di condurre chi percepisce il reddito a una vita dignitosa e non votata all’assistenzialismo, e che i giovani vanno formati per l’inserimento nel mondo del lavoro. Valditara dimostra di ignorare che la decadenza del sussidio nel caso in cui un minorenne non frequenti corsi di formazione e istruzione è già prevista. E soprattutto ignora che in Italia ci sono quasi 1.4 milioni di minori in povertà, e che demolire una misura che garantisce la sussistenza rappresenta una umiliazione per tantissime famiglie”.
“Ma d’altronde da uno che ha detto che l’umiliazione è un fattore fondamentale della crescita, e che si appresta a tagliare centinaia di scuole con la legge di bilancio cosa ci si può aspettare?”, ha concluso.
Le precisazioni di Pacifico (Anief)
Dal fronte dei sindacati arrivano commenti misti da parte di Anief. La sigla sindacale è d’accordo con il ministro sulla questione dei docenti di sostegno: “Siamo soddisfatti per l’intenzione espressa dal ministro dell’Istruzione sulla stabilizzazione degli insegnanti di sostegno – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ma per farlo bisogna agire subito, perché non è tollerabile avere un insegnante su due precari e tre su quattro senza specializzazione. Per questi motivi abbiamo denunciato la precarizzazione della categoria, con danni che si riversano sugli alunni, al Comitato europeo dei Diritti sociali. Ci sono delle azioni che possono essere fatte immediatamente, basterebbe volerlo: trasformare i posti in deroga, con scadenza contratto al 30 giugno dell’anno successivo, in organico di diritto se per anni attivati per supplenze; far specializzare tutti i docenti che ne fanno richiesta e finirla con i corsi universitari a numero chiuso; rivedere la riforma del PEI e dell’attribuzione delle ore di sostegno; eliminare il numero programmato di accesso al TFA e permettere l’inserimento nei ruoli di chi insegna da anni; riconoscere prontamente anche i titoli conseguiti all’estero”, ha concluso.
“Siamo pronti a discutere di come valorizzare il personale attraverso i 150 milioni stanziati ma prima bisogna che il Governo trovi 3 miliardi per tutelare le retribuzioni con l’indicizzazione dell’indennità di vacanza contrattuale del solo personale scolastico: abbiamo infatti sottoscritto l’ipotesi di contratto per il rinnovo dell’ultimo Ccnl ottenendo un +4,2% nel 2023 rispetto all’11,4% di tasso di inflazione programmata a gennaio prossimo rispetto agli aumenti registrati quest’anno”, ha continuato.
Pacifico ha infine commentato positivamente le parole del ministro a proposito della dotazione dei docenti, che quest’ultimo vuole far “rimanere invariata nei prossimi anni”, anche se con qualche riserva: “Sul personale ATA si parta dall’attuale discussione del rinnovo del contratto, per il quale è necessario stanziare da parte del Governo ulteriori 30 milioni di euro per i profili professionali del Dsga (con 300 euro di aumenti mensili), 270 milioni di euro per i passaggi relativi ai livelli funzionali, e altri 500 milioni di euro per attivare i vecchi profili As e C, con una dotazione organica di 20 mila posti. Anche per gli insegnanti ci aspettiamo integrazioni, a cominciare dalla conferma dell’organico aggiuntivo, che, come per gli Ata, negli ultimi due anni era stata assicurato ma non nel 2022-23”.
“Per questi motivi – ha concluso Pacifico – stiamo facendo presentare degli emendamenti ai provvedimenti di conversione delle leggi di fine anno”.