Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara continua parlare della tanto discussa lettera da lui inviata agli studenti lo scorso 9 novembre in occasione dell’anniversario della caduta del muro di Berlino, di cui ha parlato anche in una nostra diretta di Educazione Civica lo stesso giorno.
La lettera, com’è noto, ha scatenato molte polemiche a causa del suo contenuto. Valditara ha infatti parlato di anticomunismo, sottolineando le malefatte dei totalitarismi di sinistra. Molti lo hanno accusato di aver esagerato, e di aver trasformato un momento che doveva essere formativo in qualcosa di politicizzato.
Dopo aver più volte risposto alle critiche, Valditara è tornato sul tema scrivendo una lettera a Il Corriere della Sera pubblicata oggi, 15 novembre. “La circolare del Ministro è pienamente legittima dal punto di vista istituzionale. Francamente non si comprende se il pensiero di commentatori di sinistra debba vincolare l’attività di un ministro, qualificandola a piacimento come inopportuna. Più in generale sorge il dubbio che la narrazione della storia nelle nostre scuole debba dipendere dal giudizio dei citati commentatori di sinistra”, ha esordito il ministro.
“Quanto al principio della libertà di insegnamento esso riguarda i contenuti, e i metodi delle lezioni, non tocca peraltro le indicazioni nazionali relative agli argomenti da trattare che sono da sempre di competenza del Ministero. Nel caso di specie, si tratta di una circolare, non certo di un atto autoritativo, con cui si invitava a discutere su una ricorrenza che la legge prevede. E la discussione è il sale della democrazia”, ha continuato, ribadendo di non aver fatto nulla di errato o fuori luogo.
“Si è rilevato, in questo come in altri interventi in merito alla lettera, che nessun accenno è stato fatto ad altri eventi storici o ad altri regimi politici. In verità ci si dimentica che un Ministro ha non tanto il diritto quanto il dovere di intervenire quando sia l’ordinamento italiano a richiederlo. Nel caso in questione esiste una legge votata dal Parlamento nel 2005 (1.La Repubblica italiana dichiara il 9 novembre ‘Giorno della libertà’, quale ricorrenza dell’abbattimento del muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo. 2. In occasione del “Giorno della libertà”, di cui al comma 1, vengono annualmente organizzati cerimonie commemorative ufficiali e momenti di approfondimento nelle scuole). Esiste pure una risoluzione votata all’unanimità dalla Commissione VII della Camera dei deputati nel 2019, che impegna il governo a realizzare manifestazioni e momenti di ricordo e riflessione dei fatti accaduti, in ottemperanza a quanto la legge stessa prevede”, ha aggiunto Valditara.
Secondo quest’ultimo il suo intervento è stato lecito, e non avrebbe dovuto scatenare polemiche: “Ci saranno in futuro occasioni importanti per invitare a discutere dell’antisemitismo e del nazifascismo. Sono previste due ricorrenze apposite: il 27 di gennaio e il 25 di aprile. Non si comprende semmai come proprio il riferimento al comunismo abbia scatenato polemiche così aspre. Ed è proprio qui la migliore risposta a chi critica l’opportunità della iniziativa: una scuola patrimonio comune della Nazione è innanzitutto una scuola che si riconosce in una trama di valori costituzionali, che sono, nell’Italia repubblicana, quelli di una liberaldemocrazia distante da ogni forma di totalitarismo sia esso fascista o comunista”.
“Intendo continuare ad esercitare di invitare a riflettere con pacatezza ed equilibrio su alcuni passaggi fondamentali della nostra storia e della nostra civiltà ogni qual volta vi siano ricorrenze contemplate e riconosciute dal nostro ordinamento” ha concluso il ministro.
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