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Divieto cellulari a scuola fino alle medie, Schettini: “E alle superiori? Anche noi adulti ci distraiamo tantissimo”

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Non si placa il dibattito sul divieto di cellulari a scuola, dopo la pubblicazione della circolare firmata dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che lo dispone dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di primo grado.

Schettini: “Abbiamo fatto un guaio pazzesco”

Sul tema è intervenuto il prof di fisica, influencer e content creator, Vincenzo Schettini, volto de La Fisica Che Ci Piace. Quest’ultimo si è detto contento, ma crede che il divieto di cellulari a scuola vada esteso. “A scuola abbiamo fatto un guaio pazzesco con l’introduzione dei tablet, dei vari computer, è una distrazione continua. Quindi sentire il ministro dire che il cellulare viene vietato a scuola lascia il tempo che trova, ma è condivisibile al massimo”, ha detto Schettini a SkyTg24.

“Come ha detto sempre mio padre: ‘Ci hanno dato questo coso in mano anni fa e non ci hanno dato il libretto delle istruzioni’. Abbiamo perso il controllo. Anche noi ci distraiamo tantissimo con il cellulare, anche i lavoratori si distraggono al lavoro, immaginate i ragazzi a scuola. Cellulare vietato fino alle scuole medie? Ma alle scuole superiori? Dove i ragazzi hanno il tablet che è una sala giochi. Ce lo siamo scordati?”, ha aggiunto.

Divieto cellulari in classe, il sondaggio

Secondo un’indagine della Tecnica della Scuola, a cui hanno partecipato 1.100 lettori, le categorie dei docenti, dirigenti e genitori si trovano in gran parte d’accordo sul divieto: in media, circa l‘80% di loro concorda con la misura adottata dal ministro Giuseppe Valditara.

Tuttavia, non mancano le acute osservazioni di alcuni addetti ai lavori, per i quali l’imposizione di un divieto dall’alto potrebbe andare in conflitto con l’autonomia degli istituti, in particolare con le scuole che hanno condotto programmi didattici basati proprio sull’utilizzo attivo e formativo dei telefoni cellulari.

Al sondaggio hanno partecipato 1100 lettori, la maggior parte dei quali (64.4%) docenti, seguiti da genitori (18.5%) e altre categorie.