Dopo l’intervista rilasciata a Il Foglio il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha precisato cosa intende fare in merito all’uso dei cellulari e dei dispositivi digitali in classe, dopo che molti media hanno subito gridato allo stop al cellulare scuola, sulla scia di quanto è stato stabilito in Inghilterra.
“Nelle nuove ‘Linee guida sulla educazione alla cittadinanza’ di prossima pubblicazione, in coerenza con quanto sta emergendo da diversi studi anche internazionali, è sconsigliato l’utilizzo anche a fini didattici dello smartphone dalle scuole d’infanzia alle scuole secondarie di primo grado. Per le scuole primarie è raccomandato invece l’utilizzo del tablet esclusivamente per finalità didattiche e inclusive”, queste le parole del ministro in un comunicato.
Non si tratta quindi un secco divieto: l’uso dei dispositivi è sconsigliato anche per fini didattici, mentre alle elementari Valditara raccomanda di usare il tablet solo a scopi didattici.
Nella tarda mattinata di oggi, 22 febbraio, il ministero aveva precisato con una nota stampa: “Il Ministero dell’Istruzione e del Merito precisa che nelle nuove Linee guida sull’educazione alla cittadinanza, che sono in via di elaborazione, sarà contenuta la seguente dizione: ‘È opportuno evitare l’utilizzo dello smartphone (cellulare) nelle scuole d’infanzia, primarie e secondarie di primo grado’. Si consiglia invece un uso solo didattico del tablet per le scuole primarie”.
Valditara, nel dicembre del 2022, poche settimane dopo essere stato nominato ministro, ha inviato una circolare alle scuole con le indicazioni da rispettare sull’uso dei telefoni cellulari e di analoghi dispositivi elettronici nelle classi.
Dal documento si legge che è confermato il divieto di utilizzare il cellulare durante le lezioni, trattandosi di un elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti, come già stabilito dallo Statuto delle studentesse e degli studenti del 1998 e dalla circolare ministeriale n. 30 del 2007.
Inoltre, sempre secondo la circolare, l’utilizzo dei cellulari e di altri dispositivi elettronici può essere ovviamente consentito, su autorizzazione del docente, e in conformità con i regolamenti di istituto, per finalità didattiche, inclusive e formative, anche nell’ambito degli obiettivi del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) e della “cittadinanza digitale”.
Il ministro, in quell’occasione, aveva dichiarato: “L’interesse delle studentesse e degli studenti, che noi dobbiamo tutelare, è stare in classe per imparare. Distrarsi con i cellulari non permette di seguire le lezioni in modo proficuo ed è inoltre una mancanza di rispetto verso la figura del docente, a cui è prioritario restituire autorevolezza. L’interesse comune che intendo perseguire è quello per una scuola seria, che rimetta al centro l’apprendimento e l’impegno. Una recente indagine conoscitiva della VII commissione del Senato ha anche evidenziato gli effetti dannosi che l’uso senza criterio dei dispositivi elettronici può avere su concentrazione, memoria, spirito critico dei ragazzi”.
Qualche giorno fa, il 19 febbraio, il governo inglese ha pubblicato le linee-guida per i dirigenti, con l’obiettivo di vietare i telefonini per “minimizzare il disturbo e migliorare il comportamento nelle classi”.
Secondo le informazioni raccolte dal Corriere l’uso dei dispositivi sarà impedito anche durante gli intervalli o i pasti e gli insegnanti avranno il potere di perquisire le borse degli alunni alla ricerca dei gadget proibiti. I trasgressori saranno puniti con un castigo in solitario — un metodo assai comune nelle scuole britanniche — e la confisca dei telefonini.
Viene lasciato alle singole scuole la scelta tra quattro diverse modalità di attuazione che vanno dal divieto assoluto di portare in classe i telefoni, alla consegna all’ingresso, oppure chiusi in armadietti. La quarta soluzione proposta è che gli allievi tengano con sé i telefoni, che però non devono essere “né usati, né visti, né sentiti” e quindi lasciati spenti in fondo agli zainetti.
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