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Valditara: “Ci siamo abituati a far cambiare scuola ai figli e contestare il docente esigente o severo per evitare loro disagi emotivi”

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, appena tornato dal World Economic Forum di Davos, in qualità di unico ministro partecipante, è stato ospite della trasmissione di Rai2 “Re Start” ieri sera, 23 gennaio. Il leghista ha trattato vari temi riguardanti la scuola e il mondo del lavoro, ribadendo i punti fermi del suo mandato.

Innanzitutto Valditara ha discusso a proposito della sua concezione di merito, inteso come valorizzazione dei talenti, delle predisposizioni degli alunni, che la scuola deve saper tirar fuori. Poi ha virato sulla questione della personalizzazione dell’istruzione, obiettivo che il ministro vuole raggiungere grazie al docente tutor, figura che aiuterà i ragazzi più bisognosi, aiutando anche tutte quelle famiglie che non possono permettersi di pagare ripetizioni per i propri figli. “La scuola dovrebbe indicare ai ragazzi e alle famiglie quali sono le abilità degli studenti, quali sono i loro talenti”, ha detto.

Violenza a scuola, dov’è il rispetto per i docenti?

Poi il capo del dicastero di Viale Trastevere ha commentato ancora una volta il caso della docente colpita da una pistola ad aria compressa usata dai propri alunni in classe, episodio che di recente ha scatenato molte polemiche.

“Le colpe sono di chi spara, l’ho detto chiaramente. Non dobbiamo deresponsabilizzare chi commette questi fatti. Il fatto che il docente abbia perso autorevolezza dipende da più elementi; innanzitutto dalla contestazione dell’autorità in generale, poi il tema economico e poi la conflittualità, in generale. Credo nella Grande Alleanza tra famiglie, docenti, scuola e parti sociali. Chiediamo ovviamente la responsabilizzazione delle famiglie quando accadono fatti come quello di Rovigo”, questo il commento del ministro, che ha convocato proprio per oggi, 24 gennaio, la dirigente scolastica della scuola dove è avvenuto il fatto.

Ecco il pensiero di Valditara in generale sull’educazione dei figli: “Ci siamo abituati a trattare i nostri figli come se volessimo evitare loro qualsiasi disagio emotivo. Se l’insegnante è troppo esigente si cambia scuola, se è troppo severo lo vado a contestare. La società si è abituata ad avere troppi diritti e pochi doveri. Si dovrebbe riscoprire la cultura della responsabilità, e anche di saper dire i no giusti. Si tratta di una svolta culturale che serve. Ci vuole rispetto, verso i docenti, gli studenti, gli edifici scolastici”.

Alternanza scuola lavoro: concezioni vecchie da superare?

Valditara ha anche tracciato la strada che vuole percorrere in merito all’Alternanza scuola lavoro: “Occorre garantire la sicurezza degli studenti per una riforma su questo. Ci vuole una formazione adeguata dei tutor scolastico e aziendale. Bisogna che sia utile, che faccia trovare lavoro. Il nostro sistema produttivo ha bisogno di giovani che abbiano non solo competenze ma anche la mentalità volta al lavoro. In Italia c’è una concezione secondo cui l’educazione dovrebbe essere lontana dal lavoro, come se fosse un abbassamento del percorso formativo. Dobbiamo superarla”.

“Le imprese non riescono a coprire posti di lavoro perché non ci sono risorse qualificate. Non c’è qualificazione adeguata alle nuove richieste del mondo del lavoro. Un altro problema è la complessità della burocrazia. C’è anche il problema delle retribuzioni, l’Italia è fanalino di coda. Qui, poi, chi è bravo non sempre fa carriera, a causa di raccomandazioni, di invidia sociale”, ha concluso, citando ancora il merito.

Laura Bombaci

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