“Chi rompe paga”, vale anche per chi devasta e danneggia una scuola durante un’occupazione che d’ora in poi dovrà prendere 5 in condotta. A dirlo è stato il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, intervistato da Bruno Vespa, che durante un’intervista del 14 febbraio gli aveva chiesto se fosse giusto che tali comportamenti facciano ripetere l’anno scolastico.
Valditara ha fatto intendere che la ‘mano pesante’ – che sta adottando anche su chi usa violenza gratuita contro i docenti – in certi casi è inevitabile, soprattutto quando si parla di “studenti che occupano e danneggiano la scuola. All’istituto ‘Severi’ di Milano” ha detto di avere “visto danni molto rilevanti, computer distrutti, lavagne elettroniche inservibili. Danni per oltre 70 mila euro, che rovinano il futuro ai nostri ragazzi perché 1.500 ragazzi hanno perso settimane di scuola. Oggi sono in didattica a distanza”.
Due giorni prima il ministro aveva visitato il liceo e aveva spiegato: “Chi occupa, chi compie un atto illecito, deve rispondere dei danni. Studenti di questo tipo non possano essere promossi”.
Quindi, il 15 febbraio ha ribadito: “Chi tiene comportamenti di questo tipo deve prendere 5 in condotta. Dopodiché sarà l’autonomia della scuola a decidere” ricordando però che “un conto è l’occupazione, un conto è occupare e devastare una scuola. Questa scuola è stata devastata, barricate, incappucciati… Ragazzi che bloccano una scuola per settimane a causa dei danni cagionati, che danneggiano l’erario per decine di migliaia di euro che maturità hanno dimostrato? Solo in tre scuole a Roma 350 mila euro di danni”.
Quindi, Valditara ha spigato che la preside della scuola milanese devastata “è stata molto chiara: l’autogestione era stata concessa, ma qui si sta parlando non di occupazione ma di devastazione: hanno divelto i water, tagliato i fili della luce, gettato i computer dalle finestre, hanno sparso sostanze allergeniche con gli estintori. Cosa c’entra con il dibattito?”.
Prima di congedarsi, il titolare del Mim ha detto: “girando le scuole d’Italia ho visto insegnanti motivati, abbiamo introdotto il docente tutor. Il fatto che i ragazzi esprimano aspirazioni e problemi è giustissimo, ma qui stiamo parlando, e io ho posto, un problema urgente e fondamentale: non si devasta una scuola e se devasti devi essere responsabile. Chi rompe paga”.
Nelle stesse ore, la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta, al momento per il reato di invasione di edificio e a carico di ignoti, sull’occupazione, a fine gennaio e durata tre giorni, del liceo milanese Severi Correnti.
Secondo un prima stima servirebbero circa 70mila euro per riparare cattedre distrutte, scritte sui muri, fili elettrici tagliati e materiale danneggiato.
Secondo il Giornale, da quanto si è saputo, nel fascicolo affidato al pm, con accertamenti condotti dalla Digos, è attesa un’integrazione della denuncia da parte dei vertici dell’istituto sul profilo dei danneggiamenti e con la quantificazione sommaria dei danni.
Il reato di danneggiamento, dunque, sarà a breve iscritto nell’inchiesta, che punta ad individuare gli autori dell’occupazione e dei danni.
La mattina del 30 gennaio, stando a quanto ricostruito, 40-50 studenti sarebbero entrati nell’istituto per occuparlo. Nell’inchiesta sono in corso le identificazioni degli studenti (le eventuali posizioni dei minorenni saranno trasmesse alla Procura per i minori) e poi arriveranno le prime iscrizioni nel registro degli indagati. Nella scuola, stando a quanto riferito dai vertici agli inquirenti, non ci sono telecamere e, dunque, è esclusa un’analisi di questo genere.
C’è però qualcuno che non è d’accordo con il pugno duro imposto dal ministro: il 14 febbraio si è svolto a Milano il “presidio solidale” organizzato dagli studenti all’istituto Severi-Correnti, al centro di polemiche dopo la denuncia della scuola per danneggiamenti avvenuti durante un’occupazione di tre giorni. La questura ha confermato che l’incontro si è svolto senza tensioni.
Gli studenti, meno di un centinaio, in parte della scuola e in parte dei Collettivi e di organizzazioni antagoniste si sono riuniti all’esterno, in via Alcuino, in zona Fiera, dato che il cortile è ancora dichiarato inagibile. Hanno lanciato slogan, in particolare, contro “il tentativo di reprimere il diritto di manifestazione” nelle scuole.
“L’attacco mediatico e politico verso gli occupanti del Severi-Correnti rischia di avere il potere di compromettere inesorabilmente la pratica dell’occupazione scolastica, che già da tempo arranca nel ritrovare e riprendere la sua forza nelle lotte sociali”, avevano scritto ieri in un comunicato.