Un’altra scuola superiore di Milano ha iniziato proprio ieri, 19 febbraio, una nuova occupazione, ma subito lo stesso collettivo degli studenti si è dato una serie di regole, pubblicate sulla propria pagina Instagram.
Tra queste la prima è “di mattina seguire le assemblee e non disperdersi nella scuola”, la seconda è “no a esterni esterni a scuola”, la terza è “rispettare gli orari di entrata e uscita” e la quarta più che una regola è un avviso “chi rompe, paga”, in pieno accordo con quanto sostenuto dal ministro Valditara che nel corso di una intervista a La Presse ha dichiarato:
“Accolgo con soddisfazione il fatto che gli studenti del collettivo del Virgilio di Milano si siano dati delle regole per la loro occupazione, partendo dal presupposto che la scuola è patrimonio innanzitutto degli stessi studenti, che deve essere rispettata e tutelata contro i vandali, riaffermando il principio che chi rompe paga. Parlare chiaro con i ragazzi è giusto, il mio duro intervento dopo la devastazione al liceo Severi di Milano è evidentemente servito. Spiace che alcuni adulti invece abbiano confuso il diritto di protestare con quello di devastare. Due cose molto diverse per ogni persona di buon senso”.
“La scuola è un loro patrimonio, la scuola è casa loro e chi rompe paga. Penso che siano servite le mie parole. Confermo che bisogna parlare chiaro, chi distrugge i beni pubblici, chi devasta una scuola, deve risarcire i danni e deve essere sanzionato. Chi devasta una scuola, chi rompe paga”.
Gli studenti a loro volta hanno spiegato i motivi della loro protesta: “Stiamo occupando per opporci al vigente sistema scolastico e proporne uno nuovo autogestito da noi studenti. Questa decisione non la abbiamo presa per opporci alla presidenza della nostra scuola, ma principalmente per un malessere condiviso dall’intera componente studentesca verso le istituzioni”.
Oltre ai pochi investimenti che si traducono in “sotterranei allagati, buchi in muri e soffitti, porte e finestre rotte, riscaldamento e caldaia mal funzionanti. Tutti problemi che sono stati più volte segnalati ma mai risolti”, i ragazzi lamentano la repressione che stanno vivendo.
“Repressione che è anche rappresentata dalle nuove riforme come quella sulle valutazioni condotta dal ministro Valditara, riforma che ha sradicato il valore educativo e di formazione del senso critico rimpiazzandola con un “pugno di ferro” orientato unicamente a penalizzare coloro che non riescono per qualsiasi ragione a vivere in serenità la propria vita scolastica. Da questo momento la scuola sarà la nostra casa e ce ne prenderemo cura in quanto tale, responsabilizzando tutti i nostri compagni e compagne a prendersi cura degli spazi in cui viviamo”.
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