Sembra che la scuola aspettasse il neo ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara per cominciare a funzionare. Una sorta di Zorro che, fioretto in mano, si mette dalla parte dei più deboli, ma non si sa chi siano questi deboli, e per ogni male che aleggia sulla scuola attiva un rimedio, un elisir come Dulcamara.
Ha iniziato con l’abolizione dei telefonini in classe, come se fosse argomento marziano per la scuola, come se mai se ne fosse parlato e come se si aspettasse lui per sapere che fare.
Poi scrive, in occasione del 9 novembre, una filippica violenta contro il comunismo, ritenendosi il difensore unico della democrazia, il baluardo contro il materialismo che è diventato il mostro dalle sette corna e lui il detentore della verità rivelate, in somiglianza dei predicatori medievali.
Passato questo, si avvita attorno al merito per prof e alunni come se si potesse acquistare a un tot al chilo, scordando, o ignorando, secoli di pedagogia nei concetti tra merito e meritevole.
Poi vuole condizionare il reddito di cittadinanza agli esiti scolastici, saltando a piè pari il concetto che è la povertà a creare emarginazione e abbandoni e non il contrario. Dunque niente soldi a chi non ha assolto l’obbligo. Ma l’obbligo non è a 16 anni? E se abbandoni per aiutare la famiglia e infine rimani senza lavoro? Aspettavamo un ministro per sapere che anche questo è un male e va punito.
Ispezionato anche questo fronte, se la prende coi facinorosi e i bulli che bisogna punire in ogni modo, ma confondendo nella foga, il concetto di umiltà con quello di umiliazione. E lasciando anche intendere che “umiliati e offesi” è forse un romanzo, russo aimè, che bisogna proporre come serie televisiva per la scuola.
Ma vorrebbe pure i lavori socialmente utili per gli indisciplinati al posto di altri provvedimenti della scuola. In altri termini, mentre tutti gli altri ministri finora hanno giocato a biglie su queste problematiche, lui fa sul serio. Come se in decenni di scuola nessuno mai si fosse accorto né di bulli, né di abbandoni, né di telefonini sopra i banchi. Si aspettava Valditara insomma per mettere ordine nel disordine, attraverso ricette che fra l’altro abbiamo sentito in bocca a Salvini che voleva il servizio militare obbligatorio per educare i giovani.
Il solo problema che non ha sfiorato il nuovo ministro riguarda gli ordinamenti della scuola e gli anni di dibattiti, in tutte le sedi e le occasioni, i convegni e gli studi, le analisi e gli approfondimenti di pedagogisti per fare dell’istruzione una cosa seria.
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