Il ministro Valditara, dopo il caso dell’alunna promossa dal verdetto del Tar del Lazio che ha annullato le sei insufficienze di cui una grave (in inglese), ribaltando così il giudizio del consiglio di classe, è stato intervistato dal Messaggero proprio su questa faccenda dai tristi contorni per la scuola italiana che in questo modo rischia di demandare alla giustizia amministrativa il proprio ruolo.
Sottolinea subito Valditara, rispondendo alle domande: “L’ho letta con grande attenzione. La decisione del Tar accentua gli aspetti formali rispetto a quelli sostanziali e sotto il profilo strettamente formale appare corretta, anche perché non “promuove” la studentessa, ma annulla la decisione del consiglio di classe ritenendola non adeguatamente motivata e rimettendo la decisione finale nelle mani della scuola. È vero piuttosto che la normativa è complessa e si sente sempre più l’esigenza di un testo unico del diritto scolastico; bisogna ragionare in questa direzione per rendere più semplice il lavoro dei dirigenti scolastici e dei docenti”.
Per Valditara inoltre è “ necessario utilizzare specifiche ed esclusive competenze tecniche, in possesso di personale specializzato e formato al loro uso. Tra questi ordinamenti settoriali spicca quello scolastico, che non a caso è affidato ai docenti, e non a generico personale amministrativo. Solo i docenti conoscono bene sia le singole materie di insegnamento sia le tecniche di valutazione culturale e psicologica da applicare agli studenti”.
E poi aggiunge: “Andando oltre il caso specifico, ho costituito un gruppo di lavoro al ministero, composto da esperti nel diritto scolastico e nella giurisprudenza amministrativa. L’obiettivo è proprio quello di definire norme più stringenti affinché, nel rispetto dei diritti di ogni cittadino e fatte salve le verifiche sulla regolarità delle procedure, non vengano messe in discussione valutazioni puramente tecniche che presuppongono specifiche competenze interne all’ordinamento scolastico”.
E alla domanda, se dopo questo caso non si rischia una valanga di ricorsi da mparte delle famiglie con figli bocciati, il ministro risponde: “Occorre allargare il discorso verso una responsabilizzazione dei genitori all’interno dell’alleanza educativa che non deve contrapporre famiglie e scuola nell’interesse innanzitutto dei giovani, contando sulla collaborazione anche della magistratura amministrativa”.
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