Politica scolastica

Valditara: “Il dimensionamento ce lo chiede l’Europa”

Giuseppe Valditara, in un’intervista alla “Stampa”, assicura:  il dimensionamento avverrà “nel modo più indolore possibile”;  e, sulla base dele sue parole,  ciò dovrebbe prevedere, sempre secondo quanto dichiara il ministro, una riduzione graduale nei prossimi dieci anni, ma intervenendo “solo sulle strutture giuridiche, cioè sulle dirigenze scolastiche, non sulle strutture fisiche. I plessi attuali sono 40.466 e rimarranno 40.466. Gli studenti continueranno ad andare negli stessi luoghi fisici con gli stessi laboratori, le stesse aule, le stesse strutture”.

In ogni caso perché una scuola sia autonoma dal punto di vista giuridico, provvista cioè di dirigente e Dsga, deve essere formata da almeno 900 alunni. Per arrivare a questa soglia sarà quindi necessario accorpare più scuole, tagliando dirigenti e segretari e dunque anche personale Ata. Ma anche docenti, in funzione del numero di alunni per classe. Per il ministro si tratterebbe di un provvedimento necessario per rispettare una delle condizioni poste dal Pnrr per l’erogazione dei fondi.

Entro il 31 dicembre l’Italia, dice il ministro, deve “adeguare la rete scolastica all’andamento anagrafico della popolazione studentesca”, quindi la riforma inserita nella manovra “si pone l’obiettivo di armonizzare la distribuzione delle Istituzioni scolastiche a livello regionale con l’andamento della denatalità”. 

Le scelte del ministero, quindi, spiega Valditara, “vanno nella doppia direzione di mitigare gli effetti delle normative precedenti e di osservare i vincoli dell’Europa in attuazione del Pnrr: non si può essere europeisti a corrente alternata, solo quando non costa alcuno sforzo”.

Pasquale Almirante

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