La scuola del merito è quella che non lascia dietro nessuno, non è classista come invece è la società. E per fare uscire fuori i talenti ben venga la formazione professionalizzante, non solo teorica, che si preoccupa di preparare al mondo del lavoro. Il chiarimento è del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara: intervenuto il 25 marzo alla scuola di formazione politica della Lega a Milano, il titolare del dicastero bianco ha detto che “si è detto tanto su questo significato di ‘merito’, anche, consentitemi un po’ di polemica, delle solenni sciocchezze. Che ‘Meloni e Valditara vogliono una scuola elitaria, per pochi, e di classe’ sono sciocchezze colossali: è esattamente il contrario. La scuola del merito deve reagire a una società e a una scuola classista“.
Valditara ha aggiunto che ha “chiesto all’Invalsi di fare un grande progetto per la scuola più disagiata, che non garantisce a tutti i giovani quelle opportunità e quelle potenzialità che invece in altre realtà d’Italia sono messe a disposizione”.
Contro la dispersione scolastica, Valditara ha continuato, “dobbiamo intervenire con risorse ma soprattutto un nuovo modello di scuola perché in Italia si cresca tutti insieme e nessuno rimanga indietro: l’idea è di una grande rivoluzione del merito che metta al centro della società l’istruzione perché investire in conoscenza vuol dire investire nel futuro del nostro paese”.
A proposito delle critiche contro il Pcto, con gli stage che non sempre mettono i giovani nelle condizioni di formarsi al meglio, Valditara ha detto che “l’alternanza scuola-lavoro, fatta in sicurezza, è fondamentale, tanto è vero che anche negli altri paesi europei gioca un ruolo decisivo”. Ma, ha tenuto a dire, “anche questo ci differenzia nettamente dalla sinistra che è ideologica e astratta e vorrebbe che si studiasse tutti materie culturali, lasciando a chissà quando la formazione professionalizzante così avremo ancora più disoccupati”.
Quindi, ha proseguito il ministro dell’Istruzione e del Merito, è giunto il momento di dire “basta alle polemiche, agli insulti e alle strumentalizzazioni: se si ha buona fede e intelligenza politica credo che le soluzioni si possano trovare anche congiuntamente e si possa fare il bene del paese insieme perché la scuola è di tutti”.
Il ministro ha quindi confermato il pugno duro contro i violenti e i vandali a scuola. “Se uno si alza in piedi prende a pugni un insegnante io proporrò che il ministero si costituisca parte civile nel processo penale e chi prende a pugni non avrà di fronte solo l’insegnante ma anche lo Stato perché paghi per il danno di immagine alla missione educativa della scuola”.
Quindi, Valditara ha ricordato che “nel 2021 nelle scuole occupate a Roma ci sono stati 500.000 euro di danni: pc rubati, laboratori distrutti. Durante le occupazioni entra chiunque. Bisognerà trovare una soluzione, che qualcuno possa risponderne, altrimenti paghiamo tutti, non solo i vandali che non hanno rispetto per i beni pubblici”.
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