
Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara oggi, 7 aprile, è intervenuto a Monza, al teatro Villoresi, al convegno “Quale scuola per i ragazzi di oggi?”, promosso dalle parrocchie e dagli oratori. Lo riporta Monza Today. Valditara si è fermato ad ascoltare e a rispondere agli studenti.
“La scuola serve per due cose – ha ricordato il ministro –. A formare alla libertà, alla capacità di far crescere cittadini maturi e responsabili. La scuola serve per formare al mondo del lavoro. Deve dare concretezza ai nostri giovani, oltre a quelle competenze trasversali e decisive per l’inserimento nel mondo del lavoro, come il saper lavorare in squadra, la gestione del tempo, il saper valorizzare i talenti di ciascuno”.
Il discorso è finito sul tema delle scuole paritarie. Valditara ha sottolineato che “non solo ci deve essere la libertà di scelta, ma chi sceglie una scuola paritaria deve avere la possibilità di detrarla in parte dalla dichiarazione dei redditi. L’Italia è il Paese europeo che crede di meno alla libertà di scelta nel modello educativo per quanto riguarda le scuole paritarie. La scuola paritaria è invece un modello stimolante e d’esempio, replicabile anche nella scuola statale”.
“Questa scuola ha insegnanti straordinari”
Qual è la pecca della scuola e dei docenti? Ecco la risposta di Valditara: “Questa scuola ha degli insegnanti straordinari che devono essere motivati, valorizzati, il cui lavoro è fondamentale. Proprio per questo abbiamo approvato una mozione al Congresso della Lega per avere più risorse per la valorizzazione professionale dei docenti. Dobbiamo assumere i migliori laureati, le persone più motivate, strappandole ad altre professioni oggi più remunerative e semmai abbiamo bisogno di più docenti”.
“I primi maestri sono stati i miei genitori – ha concluso –. Porto sempre come modello una frase che mia mamma mi aveva detto prima di un esame importante, per il quale ero particolarmente preoccupato. Mi disse: ‘Hai studiato, hai fatto il tuo dovere, è di questo che ti devi preoccupare’. E questo mi ha accompagnato per tutta la vita”. Il ministro ha infine ricordato i suoi maestri a scuola “che ci insegnavano a ragionare e a riflettere anche di fronte alle bolle di sapone. Oltre ai grandi maestri della Costituente”.
Valditara: “Portiamo la scuola fuori dai fumi tossici del ’68″
Sempre oggi il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, in un’intervista a Il Giornale, ha ribadito ancora una volta le sue idee sulla scuola, citando le Nuove Indicazioni Nazionali per il primo ciclo già da lui anticipate e le nuove Linee Guida di Educazione Civica.
“Cerchiamo di portare l’istruzione fuori dai fumi tossici del ’68”, ha esordito. Ecco qual è la sua idea di scuola: “Anzitutto è una scuola che insegna il rispetto, l’educazione, l’impegno, la responsabilità. Ci sono stati inquietanti e ripetuti episodi di delegittimazione degli insegnanti. A sinistra giudicano repressive le sanzioni di bulli e violenti. Arrivano a definire cattivismo sostenere che chi sfascia la propria scuola deve rispondere di ciò che ha fatto”.
E, sulle Nuove Indicazioni: “Recupero della sintassi e della grammatica, al posto della pedagogia dello spontaneismo espressivo. Valorizzazione del corsivo, le poesie a memoria, i riassunti. E poi, la musica, l’epica, la storia dell’Occidente e dell’Italia”.
Infine Valditara ha parlato di cosa può fare la scuola contro la piaga dei femminicidi: “Le linee guida sull’Educazione Civica sono state ripensate proprio in questa chiave. Per la prima volta abbiamo introdotto, come obiettivo di apprendimento, l’educazione al rispetto della donna, cioè a relazioni corrette. Gli studenti saranno protagonisti con il metodo del peer tutoring. Chiederemo alle scuole di fare una relazione sulle attività svolte e di darci un riscontro sui risultati raggiunti”.
“La scuola deve insegnare a vivere in armonia con gli altri, costruendo un ambiente sereno che valorizzi i talenti di ogni studente, costruisca percorsi di formazione capaci di garantire un inserimento rapido e soddisfacente nel mondo lavorativo e scoraggi ogni forma di violenza e bullismo”, ha concluso il ministro.