Il neo ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, come riporta Il Corriere della Sera, ha detto, finalmente, la sua, in occasione del dibattito sulla fiducia al nuovo governo che è in corso alla Camera dei Deputati, in seguito al discorso di stamattina della premier Giorgia Meloni, sulla questione del “merito”, scoperchiata dall’annuncio del cambio di denominazione del dicastero di Viale Trastevere di venerdì scorso.
“I primi giorni del mio incarico sono stati tutti assorbiti dall’impostazione del lavoro che ci attende, perché a maggior ragione nell’attuale momento storico non c’è tempo per polemiche”, ha esordito il Ministro.
“Oggi, che il presidente del consiglio ha esposto le linee programmatiche del governo, tengo a evidenziare che il Merito, che il governo medesimo ha voluto aggiungere nella denominazione del Ministero dell’Istruzione, è anzitutto un valore costituzionale, chiaramente affermato e declinato dall’articolo 34 della Costituzione”, ha continuato.
“La scuola è l’infrastruttura più importante del Paese. Deve, in primo luogo, saper individuare, valorizzare e fare emergere i talenti e le capacità di ogni persona indipendentemente dalle sue condizioni di partenza perché ciascun giovane possa avere una opportunità nel proprio futuro”.
Ecco cosa pensa Valditara del significato di questa decisione: “Favorire il merito significa dare alle scuole infrastrutture e dotazioni di qualità, valorizzare gli operatori scolastici, sintonizzarsi con il mondo del lavoro, agire sulle competenze, fornire gli strumenti per sviluppare un percorso di crescita individuale e collettivo”.
“Il valore dell’istruzione, a partire dal rispetto per i docenti, è al centro del mio impegno. È su questi presupposti che lavoreremo per una scuola che torni a essere un vero ascensore sociale e che non lasci indietro nessuno”, ha concluso il neo Ministro dell’Istruzione e del Merito.
Secondo Valditara, quindi, è proprio attraverso il riconoscimento del merito che non si lascia indietro nessuno: valorizzando chi ha buoni risultati, indipendentemente dalle sue condizioni di partenza e dalla sua condizione sociale. Ma, come molti obiettano, cosa succederà tutti coloro che questi ottimi risultati non riescono a conseguirli perché qualcosa, come il contesto sociale, o come un disturbo dell’apprendimento, li ostacola? Questo è ciò che si è chiesto, mentre infiamma il dibattito, il nostro direttore Alessandro Giuliani, in uno scambio con un nostro lettore.
Una cosa appare certa: il concetto di merito sembra per ora riguardare gli studenti, e non i docenti. Sarà così o Valditara tenderà a creare quel tanto dibattuto middle management a scuola?
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