“La scuola italiana oggi e domani” è stato il titolo del dibattito svoltosi nel contesto del Festival dell’economia di Trento, nel quale il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha evidenziato uno dei punti deboli di questo complesso e variegato mondo che è la scuola: “Mi auguro che a settembre ci sia una più adeguata copertura delle cattedre. Con l’intelligenza artificiale il docente non dovrà più compilare documenti. Vogliamo poi intervenire per ridurre il pagamento minimo a 4 mesi dei precari, vogliamo abbattere la tempistica e creare una piattaforma unica per le famiglie per informazioni e pagamenti. Ci sono poi i pensionamenti. In tutto prevediamo 20 azioni di semplificazione completa. Ci siamo dati tre anni per realizzarle ma da fine anno si vedranno risultati importanti”.
Ma, secondo quanto pubblica Economia e finanza, il ministro si è soprattutto rivolto agli studenti, sottolineando l’importanza di creare un sistema che favorisca l’incontro tra la formazione degli studenti e le esigenze delle aziende.
Fatto questo che sta prendendo tutta l’attenzione degli operatori, come se debba essere necessariamente la scuola a prepara quella manodopera specializzata di cui le aziende hanno bisogno. Perchè potrebbero essere le aziende a specializzare gli addetti dopo l’uscita dalla scuola.
Infatti, proprio su questo concetto, Valditara ha proseguito: “A me interessa una nozione democratica di merito, non elitaria. Il docente tutor e quello orientatore devono trovare elementi di incontro tra le potenzialità di uno studente e le esigenze del mercato del lavoro. Nella scuola dobbiamo portare il valore, la cultura del lavoro. Oggi bisogna rafforzare l’alternanza scuola-lavoro”.
Da qui pure il tema dell’istruzione tecnico-professionale, attorno al quale Valditara ha sottolineato l’importanza di potenziare l’istruzione tecnico-professionale col duplice obiettivo: garantire agli studenti opportunità occupazionali e alle aziende figure professionali qualificate.
Ha infatti specificato: “La riforma dell’istruzione tecnico professionale promossa dal governo precedente ha rappresentato un passo in avanti. Ma non basta. Lo schema potrebbe essere questo: quattro anni, più i due dell’Its. A cui si dovrebbe aggiungere la necessità dell’apprendistato formativo”.