Il 2025 sarà l’anno in cui subentrerà “la valutazione dei presidi“: lo dice in un’intervista al Messaggero il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, sottolineando che l’esito della valutazione “inciderà sulla retribuzione di risultato che fino adesso è stata data a pioggia, e che ora sarà invece legata al raggiungimento di obiettivi”. Nel corso dell’intervista, il numero uno del ministero di Viale Trastevere ha anche toccato il tema degli stipendi e del rinnovo contrattuale: “abbiamo finalmente chiuso il contratto 2019-2021 e abbiamo già finanziato non solo il 2022-2024, ma anche i trienni 2025-2027 e 2028-2030. Parliamo fra lo scorso contratto e quello in scadenza (per il quale però non sono ancora iniziate le trattative all’Aran, ndr) di circa 300 euro lordi” medi “in più al mese, a cui si aggiunge il taglio del cuneo fiscale“.
Ricordiamo che circa la metà dei 160 euro lordi medi di aumento del Ccnl 2022-24 è in realtà già incorporato nello stipendo attraverso l’indennità di vacanza contrattuale introdotta a fine 2023. Complessivamente, ha aggiunto il Ministro, “stiamo iniziando a recuperare il potere di acquisto perso in 11 anni dai lavoratori della scuola: dal 2009 al 2020, quando i contratti erano rimasti bloccati”.
Il titolare del Mim ha anche tenuto a dire, come già rilevato dalla nostra testata giornalistica, che l’anno solare in arrivo sarà anche l’anno dei concorsi. “Abbiamo bandito selezioni per docenti, ispettori, presidi, insegnanti di religione, personale amministrativo, arriveranno anche nuovi funzionari per gli uffici scolastici regionali che snelliranno la gestione degli appalti, ad esempio per le gite scolastiche”.
Valditara ha tenuto a dire che si tratta di procedure concorsuali, come quelle dei docenti di religione, “che in alcuni casi non si facevano da 20 anni, in altri dal 2014, in altri ancora dal 2017. Mai prima d’ora così tanti concorsi”.
Sul 2024, invece, il responsabile del dicastero bianco ha detto che è stato contrassegnato “da un recupero importante delle competenze, specialmente nelle regioni del Mezzogiorno. I dati Invalsi lo testimoniano: Agenda Sud ha cominciato a funzionare, in Italiano, Matematica, Inglese soprattutto c’è stato un recupero doppio rispetto a quello che comunque è stato registrato al Centro e al Nord”.
Per quanto riguarda gli abbandoni degli studi, ancora troppo elevati, Valditara ha tenuto a dire che la dispersione “esplicita, quindi l’abbandono del percorso scolastico, è al 9,4%, per la prima volta sotto al 10: siamo in largo anticipo rispetto ai risultati previsti dall’Europa e dal Pnrr”.