“Libertà e lavoro, insisto molto su queste due ‘elle’, perché sono due grandi principi cardine del nostro percorso formativo e scolastico. E’ da qua che parte la vera rivoluzione”: sono le parole con cui il ministro Giuseppe Valditara ha concluso il suo intervento al Meeting di Rimini.
Al tema del lavoro, il Ministro ha dedicato diversi passaggi del suo discorso e, anche per evitare ogni equivoco (libertà e lavoro nulla hanno a che vedere con l’ambiguo slogan “Il lavoro rende liberi”), ha ribadito più volte che la scuola a cui lui pensa è quella della Costituzione, cioè quella che mette la persona al centro.
E così, ha detto ancora il Ministro, “non deve farci schifo il rapporto fra scuola e mondo del lavoro perché soltanto laddove vi sia un produttivo rapporto fra scuola e impresa ci possono essere delle grandi opportunità per i nostri giovani”.
Per avvalorare le sue tesi, Valditara ha citato anche la teoria delle intelligenze multiple di Howard Gardner dicendo: “Se tutte le intelligenze hanno eguale valore ed eguale dignità, noi dobbiamo potenziare anche quei percorsi scolastici che danno valore, spazio e opportunità a quelle intelligenze magari più pragmatiche e più concrete che invece secondo la tradizionale impostazione della nostra scuola venivano messe da parte”.
Per Valditara, che il termine lavoro sia importante e che debba orientare il percorso formativo dei nostri giovani è, fuori discussione al punto tale che – afferma – è meglio parlare di alternanza scuola lavoro: “Io la chiamo ancora così perché PCTO è un acronimo, per così dire, politicamente buonisti, un po’ imbarazzante”.
Che poi l’acronimo sia stato introdotto nel 2019 da Marco Bussetti, ministro in quota Lega, e non da qualche pericoloso intellettuale di sinistra è questione del tutto secondaria.