Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara nega che il Governo Meloni stia tagliando risorse alla scuola: prendendo parola alla scuola di formazione politica della Lega a Milano, il numero uno del dicastero bianco ha detto che “è assolutamente falso, nella Finanziaria ci sono state più risorse per le scuole, le abbiamo aumentate in maniera significativa. Ma anche in riferimento al Pnrr, non abbiamo mai detto che tagliamo le risorse. Ma stiamo scherzando?”.
Con l’ultima Legge di Bilancio, comunque, si è vero che si sono registrati degli investimenti, è altrettanto vero che è stato approvato un dimensionamento, anche se ridotto: è stato infatti deciso di accorpare circa 600-700 istituti, un centinaio dei quali già a partire da settembre 2023. Tutto questo farà venire meno altrettanti posti di dirigente, Dsga e di una parte del personale Ata.
Un paio dei mesi, inoltre, con il Documento di economia e finanza 2023 è stato stabilito che la spesa pubblica per la scuola verrà ridotta.
Le scelte dell’esecutivo Meloni, comunque, sono in linea con quanto stabilito un anno fa dal Governo guidato da Mario Draghi, con il M5s primo partito della maggioranza: nel Documento di Economia e Finanza predisposto il 6 aprile dal Consiglio dei Ministri fu stabilito che a seguito dell’invecchiamento della popolazione e il conseguente aumento dei costi dei sistemi pensionistici e dell’assistenza sanitaria, la spesa per l’istruzione sarebbe passata dal 4% del 2020 al 3,5% nel 2025, per mantenersi intorno al 3,4-3,5% negli anni successivi.
Valditara ha anche precisato che “siccome i costi dell’edilizia sono aumentati del 30%, e le risorse, che noi spenderemo tutte, sono quelle è evidente che dobbiamo chiedere alla Commissione Ue di considerare raggiunti gli obiettivi anche scontando l’aumento dell’inflazione”.
Il ministro dell’Istruzione e del Merito ha anche fatto riferimento ai compensi degli insegnanti (anche per questi, in particolare per il rinnovo contrattuale 2022/24, come per tutto il pubblico impiego, sinora il Governo non ha previsto un euro): “Dobbiamo cercare di trovare le risorse per valorizzare gli stipendi di tutti i docenti“, quindi “occorre trovare incentivi per le aree più disagiate o di frontiera affinché non ci sia la fuga di docenti. Penso anche a un piano della casa per pubblici dipendenti e insegnanti in particolare”.
E ancora: “quando leggo che ci sono 17mila insegnanti in fuga dalla Lombardia, sono dati che emergono con evidenza ma i nostri del ministero sono ancora più drammatici. In alcune zone c’è una scopertura del 32% di docenti”.
Il titolare del ministero di Viale Trastevere è tornato, quindi, sulla violenza crescente verso il corpo docente: “Mi arrivano dati di aggressioni a insegnanti a scuola, è impensabile che un docente venga preso a schiaffi e pugni”.
Anche sull’assicurazione e della tutela legale assicurata dallo Stato: “come è possibile che nessuno ci abbia pensato prima? – ha spiegato Valditara -. Tutta la pubblica amministrazione è assicurata, solo il personale della scuola no”.
Valditara ha quindi ribadito che “è fondamentale la cultura del lavoro. Noi amiamo la nostra Costituzione e la rispettiamo. E l’articolo 4 dice che il diritto e il dovere di lavorare è da mettere al centro sin dalle elementari”.
Infine, il Ministro è tornato su uno dei suoi ‘cavalli di battaglia’: “la scuola – ha detto – deve dare anche un’opportunità di affermazione professionale”, perché sennò “non realizza a pieno i suoi obiettivi, per buona pace di chi ritiene, a sinistra, che non sia importante introdurre la cultura del lavoro a scuola. L’alternanza scuola-lavoro è fondamentale”, ha concluso Valditara.