Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è stato ospite di Non Stop News a Rtl102.5, in cui ha parlato della sua idea di scuola. “La mia idea di scuola è basata sull’impegno, credo che il merito debba essere declinato proprio in questi termini”, ha esordito.
“Non si può pretendere l’eccellenza a chiunque; si può però chiedere a chiunque di realizzare il meglio che può dare con l’impegno. Ognuno ha dentro di sè una ricchezza meravigliosa”, ha aggiunto.
Valditara ha parlato dei docenti: “Girando le scuole trovo docenti meravigliosi, fortemente motivati. Credo che questa sia la vera forza della scuola italiana. Occorre ridare loro la consapevolezza della centralità del loro ruolo. Insisto molto sul ridare loro autorevolezza e prestigio. Puntiamo ad aumentare nel 2024, ulteriormente, il salario del personale della scuola”.
Il numero uno di Viale Trastevere è anche ritornato sul problema dei ritardi dei pagamenti delle supplenze brevi: “Si tratta di un problema che trasciniamo da anni. Al momento tutte le supplenze brevi sono state pagate. Abbiamo fatto una proposta al Mef per risolvere questo problema”.
E, sulla possibilità di avere stipendi più alti in base alla città in cui si vive: Il problema non è pensare a stipendi differenziati. Il problema è creare le condizioni per capire come chi lavora nelle città in cui il costo della vita è più alto non ci vada a perdere. Ci sono gli strumenti all’interno della contrattazione per immaginare un welfare territoriale che affronti il problema di questa penalizzazione”.
Valditara ha anche parlato della stretta sull’uso dei cellulari scuola: “In quanto a tablet non ho mai parlato di un divieto nella primaria. Alle superiori penso a un possibile uso. Il problema semmai è il cellulare, strumento di forte distrazione. Oggettivamente vedo difficile fare didattica con il cellulare. Le linee guida parleranno di un cellulare che viene sconsigliato dalla primaria alle medie e di un tablet che viene consigliato solo per finalità didattiche”.
E, sulla valutazione alla scuola primaria: “Va fatta chiarezza. C’è un giudizio analitico che serve ai docenti, tecnico. Ad esempio, un giudizio potrebbe essere ‘in via di prima acquisizione’. Credo che un docente possa capire espressioni di questo tipo, sfido un genitore o uno studente a capirlo. Accanto a questi giudizi ci deve essere un documento che fotografa gli apprendimenti in modo chiaro, con ‘ottimo’, ‘buono’, ‘insufficiente'”, ha concluso Valditara.
Come abbiamo scritto, la riforma della valutazione nella scuola primaria sta entrando in una fase delicata. Intanto va detto che è esattamente dal 14 febbraio che la Commissione Istruzione del Senato non se ne sta più occupando; questa settimana il ddl non ha fatto nessun passo in avanti e per la prossima non è previsto nulla.
Quindi, nella migliore delle ipotesi se ne riparlerà a partire da martedì 5 marzo. Ecco le ultime dichiarazioni in merito del ministro Valditara e della sottosegretaria Paola Frassinetti.
Il Ministro risponde direttamente all’appello proposta da Daniele Novara e Alex Corlazzoli con una dichiarazione tutta da decifrare: “Temo che alcuni sottoscrittori di appelli non conoscano ciò contro cui firmano. L’emendamento governativo sulla riforma della valutazione alla scuola primaria non elimina la descrizione analitica dei livelli di apprendimento raggiunti in ogni disciplina dall’alunno, che è fra l’altro fondamentale per il portfolio e la futura attività dei docenti tutor. Elimina piuttosto giudizi sintetici, astrusi e incomprensibili quali ‘avanzato’ o ‘in via di prima acquisizione’, sostituendoli con giudizi chiari e da tutti comprensibili, come ottimo o insufficiente”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Frassinetti, che fino a pochissimi mesi fa invocava il ritorno al voto e che ora afferma: “Intendiamo ripristinare il giudizio sintetico più consueto nella scuola italiana e più comprensibile come ottimo, distinto, sufficiente. L’emendamento che verrà discusso a giorni va proprio nella direzione della valutazione espressa con giudizi sintetici che certamente verranno affiancati dalla descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti in ogni singola disciplina, sempre nell’ottica della semplificazione e chiarezza”.
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