Giuseppe Valditara, tutte le volte che è intervistato o che rilascia dichiarazioni ai giornali, spesso dice che con lui sarebbe iniziata a una nuova era per l’istruzione italiana: “è la prima volta che succede”, sembra essere la sua parola d’ordine, ma è così veramente?
Secondo Christian Roimo sul Domani non sarebbe del tutto corretto.
E questo si evince già dalla valutazione dei dirigenti in basi ai risultati raggiunti che risale a qualche anno addietro, mentre il tanto sbandierato liceo del Made in Italy è stato scelto solo dall’ 0,08 per cento circa degli studenti, rimanendo di fatto l’indirizzo che c’era prima, il liceo economico-sociale. Stessa sorte, secondo Roimo, è toccata ai nuovi istituti sperimentali tecnici professionali che sono stati scelti da 1.669 studenti, pochi per riuscire a riempire le prime classi di tutte le 172 le scuole che avevano scelto di aderire alla sperimentazione.
Sulla questione invece delle assunzioni degli insegnanti, se da “Gramellini dichiarava che c’erano risorse aggiuntive per assumere insegnanti di sostegno”, in realtà, a conti fatti, queste assunzioni di docenti sul sostegno dovrebbero essere solo 1.610. A mettere in crisi ulteriormente le dichiarazioni di Valditara ci sarebbe pure la denatalità che, spiega il ministro della pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, “sta facendo perdere molti alunni, e anche se (il taglio) può suscitare delle perplessità, non ritengo che vada a ledere il funzionamento del sistema scolastico”. Senza contare l’accorpamento dei plessi scolastici.
Ma non finisce qui per Roimo, che aggiunge nel “catalogo” il piano triennale di dimensionamento. Questo infatti per l’anno scolastico 2024/25 aveva subito una deroga col decreto Milleproroghe che però non verrà ripetuta, per cui molte autonomie scolastiche spariranno o verranno accorpate.
Il 2025/26 sarà l’anno in cui si comincerà a tagliare. Ovviamente questo influirà sul carico di lavoro di dirigenti e segreterie.
La responsabilità di come e dove tagliare viene lasciata alle regioni che se non elimineranno un edificio, saranno costrette a disperdere una comunità, un lavoro educativo che magari è stato costruito con fatica e cura in anni.
E si torna indietro anche sul voto in condotta, una restaurazione alla scuola primaria e alle medie, per cui se si prende meno di sei in comportamento si è bocciati. “Prma era una misura davvero eccezionale”.
Con il voto di sei decimi, alle superiori, è prevista una sorta di compito di riparazione da trattare nel colloquio conclusivo; con meno di sei decimi non si è ammessi all’esame di stato. E anche per il voto finale della maturità, la condotta degli anni precedenti conterà, perché non può essere attribuito il punteggio più alto se il voto di condotta non è almeno nove decimi.
Farebbero inoltre parte del disegno complessivo di restaurazione del ministro anche l’introduzione di una giornata di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico, contro il quale si sono registrate 36 di violenze verbale e fisica nel 2022-23 e 68 nel 2023-24 e 19 fino a ora nel 2024-25: “siamo sicuri che questo numero sia tale da determinare un allarme, considerato che il personale scolastico in Italia è più di un milione?”
Da considerare pure il fatto che il ministero si costituirà parte civile contro i responsabili dei danni delle occupazioni, chiedendo il risarcimento: ma tanto rumore per soli due casi, quelli del Virgilio di Roma e quello del Gullace, sempre di Roma, dove c’è stato un incendio, “la cui responsabilità è stata attribuita dal ministro agli studenti; mentre dei video dei residenti consegnati alle autorità avvalorano la pista dei teppisti esterni. Le indagini sono in corso”. La denuncia in alcuni casi può essere penale.
E, finisce Roimo sul Domai, ecco la grande questione della formazione e selezione docenti. Il ministro Valditara dice che non ci sono mai stati così tanti concorsi.
“Questo in parte è vero, anche grazie alla disponibilità di fondi del Pnrr per incardinare organico aggiuntivo. Ma questa numerosità dei concorsi rischia di creare disparità e confusione”. Gli idonei del primo concorso finanziato dal Pnrr (Pnrr 1 del 2023) ancora in molti casi non lavorano e rischiano di dover rifare un latro mentre in alcune regioni non sono terminate le procedure concorsuali Pnrr1. Ma ci sono anche altre file di idonei
Un caso a sé è quello dei docenti di sostegno che hanno conseguito i titoli all’estero, di cui andrebbe vagliata l’equipollenza. Senonchè il ministero avrebbe previsto corsi straordinari preso l’Indire per regolarizzarli: una formalità che per molti abilitati con i Tfa italiani, sarebbe un’ingiustizia se non una beffa.
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