Attualità

Valditara: “Reddito di cittadinanza? Solo se si completa l’obbligo scolastico. Dobbiamo aiutare i ragazzi a realizzarsi nella vita”

Oggi il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha partecipato a Job&Orienta, il Salone nazionale dell’orientamento, della scuola, della formazione e del lavoro che si tiene ogni anno in Fiera a Verona. Il Ministro è intervenuto all’evento “Idee, tecnologie e sostenibilità. È tempo di ITS”, organizzato da Rete ITS Italy e Regione del Veneto, e ha poi effettuato un giro approfondito all’interno dei padiglioni della manifestazione.

Its, l’entusiasmo di Valditara

“Da quest’esperienza porto con me una sensazione di ottimismo rigenerante. È in luoghi come questo che si costruisce il futuro dell’Italia”, ha dichiarato il Ministro. “Ho riscontrato un’energia, una voglia da parte dei giovani di mettersi alla prova e creare i propri progetti di vita e una grandissima professionalità da parte dei docenti, tutti fattori che costituiscono uno straordinario patrimonio per l’intero sistema-Paese”.

“Questa visita, e il confronto sulla filiera degli ITS che è assolutamente da potenziare, come del resto abbiamo iniziato a fare sbloccando 500 milioni di euro del PNRR per i laboratori” ha concluso il Ministro “mi confermano l’idea su quale sia oggi la missione principale per la nostra scuola: permettere alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi di mettere a frutto i loro molteplici e straordinari talenti”.

I punti fermi del ministro

Come riportano alcuni quotidiani locali, come l‘Arena e VeronaOggi, Valditara è anche tornato su alcuni temi a lui molto cari: l’abolizione del Reddito di Cittadinanza per chi non completa l’obbligo scolastico e i lavori socialmente utili per studenti violenti.

“I lavori di pubblica utilità vanno inseriti in un pacchetto in cui coinvolgere le famiglie, lo psicologo, il docente tutor. Ossia un nuovo modello di scuola che si faccia carico dei ragazzi in difficoltà. Rispetto una sospensione per un anno, il rischio è di buttare il ragazzo fuori dalla scuola e di metterlo nelle mani di ambienti poco raccomandabili. Non è, forse, meglio farlo maturare individualmente, facendolo lavorare per la comunità e facendogli capire l’importanza del lavoro, della solidarietà, di essere partecipi di una collettività?”, ha ribadito, dopo essersi scusato per aver esaltato il concetto di umiliazione.

Ecco le proposte del leghista: “Mi metto nei panni di questi ragazzi, dobbiamo farlo tutti. Oggi un ragazzo di 18/20 anni che ha solo la quinta elementare cosa potrà fare? Quali offerte di lavoro potrà avere? E, allora, è responsabilità di un governo, di un ministero, di una scuola che vuole il bene di questi ragazzi, offrire loro un percorso di completamento. Incoraggiamoli, ad esempio, a frequentare i Cpia (ndr Centri provinciali per l’istruzione degli adulti), mettiamo a disposizione risorse per attivare percorsi che consentano loro di diventare cittadini attivi. Ma, francamente, lasciarli in quella condizione dando loro il reddito di cittadinanza, significa semplicemente farli galleggiare e non dare loro un futuro”

L’importanza dell’obbligo scolastico

“Noi dobbiamo aiutare i ragazzi a realizzarsi nella vita. Non possiamo accettare che la scuola si disinteressi di quei ragazzi che a 18 anni, non per colpa loro ovviamente, si trovano a non aver adempiuto all’obbligo scolastico e a non avere in mano nulla”, ha aggiunto.

“In Italia ci sono oltre 360mila giovani tra i 18 e i 29 anni che percepiscono il reddito di cittadinanza e alcuni di loro non hanno assolto l’obbligo scolastico. Non è colpa loro, ma di famiglie che non li hanno mandati a scuola. Noi dobbiamo dire a questi ragazzi: ‘io ti pago il reddito di cittadinanza, però tu devi completare l’obbligo scolastico, perché altrimenti sarai un fallito'”, questa in parole povere la filosofia del capo del dicastero di Viale Trastevere.

Redazione

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