Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, proprio nel giorno in cui ha diffuso la lettera di orientamento alle famiglie dei ragazzini di scuola media, ha rilasciato alcune dichiarazioni a proposito della formazione fornita dalle scuole italiane, durante la visita all’Istituto “Opere sociali Don Bosco Salesiani” di Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, come testimonia un video diffuso da Ansa.
Il leghista ha ribadito che per lui molto bisogna fare a livello di insegnamenti di tipo scientifico, finora, forse per pregiudizi, considerati di serie B rispetto alle materie umanistiche.
“È sull’istruzione tecnica e professionale che si gioca il destino industriale di un Paese”, ha esordito. “L’esperienza eccezionale di questa scuola e di tante altre possa servire a costruire una grande riforma dell’istruzione tecnico e professionale italiana. Noi dobbiamo fare una grande riforma per mettere al servizio del Paese le vostre intelligenze, un canale formativo che deve essere finalmente di serie A, come voi già siete”, ha continuato, rivolgendosi agli studenti dell’istituto e cercando di fare un discorso generale che dimostra quali siano le sue intenzioni.
Poi Valditara ha fornito dei dati a supporto del suo discorso: “Ci sono 1,2 milioni di posti di lavoro che non vengono coperti perché le imprese non trovano qualifiche corrispondenti. Il 46 per cento delle imprese non trova qualifiche”. Insomma, il ministro punta ancora sul versante dell’occupazione e della formazione professionalizzante.
Ed ecco un paragone con altre realtà europee: “La nostra formazione, rispetto alla Svizzera o alla Germania, è ancora troppo astratta e poco concreta. La nostra Regione, da questo punto di vista, è certamente all’avanguardia”, ha concluso Valditara.
L’attenzione del ministro per questi temi si è già concretizzata con l’accordo tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e la Commissione Istruzione, Università e Ricerca della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, sulla ripartizione immediata di 500 milioni destinati al potenziamento dei laboratori degli Istituti Tecnici Superiori.
La via che sta seguendo il leghista sembra opposta al pensiero di Carlo Calenda, leader di Azione-Italia Viva. Quest’ultimo questa estate ha fatto discutere per aver detto che “tutti i ragazzi, di qualunque condizione sociale, devono fare il liceo, gli studi professionali e tecnici devono essere rinviati dopo”.
Alla visita all’istituto ‘Opere sociali Don Bosco Salesiani’ a Sesto San Giovanni, con il ministro dell’Istruzione e del Merito è intervenuto anche il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana che ha dichiarato: “Da parte nostra, dei nuovi fondi europei una parte consistente verrà investita per ampliare la formazione, perché l’Italia è sicuramente in arretrato rispetto al resto d’Europa. Il ministro ha ribadito che quella lombarda è un’eccellenza a livello italiano e paragonabile alle eccellenze europee. La Lombardia è avanti, ma dobbiamo fare di più. E’ assurdo che ci siano i nostri imprenditori che non riescono a trovare le professionalità necessarie per la loro attività: bisogna fare in modo che ci sia più collegamento. “Bisogna dare più orientamento alle famiglie e cercare di far capire le necessità. Bisogna far in modo che si sdogani questo tipo di istruzione”, ha concluso il presidente.
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