Politica scolastica

Valditara: ritorno al vecchio esame di stato e più soldi ai prof bravi

Rilascia una intervista a La Stampa il ministro Valditara che subito chiarisce il suo intento di ritornare agli esami di stato prima  che il Covid li stravolgesse e dunque alla legge voluta dal centrosinistra: “È la legge in vigore. Prima di decidere ho sentito esperti e addetti ai lavori. Alla fine è parsa la soluzione più ragionevole. Se dovesse funzionare male, si interverrà ma l’idea che si cambi la maturità solo per mettere un timbro trovo sia inappropriata”.

Quindi due prove scritte (la seconda su due discipline) e un colloquio orale, commissione mista con 3 commissari esterni, 3 interni e un presidente. Quanto all’orale: “Il colloquio interdisciplinare deve valorizzare le competenze degli studenti e verificare la loro capacità di fare collegamenti tra le materie. Non è, quindi, un colloquio disciplinare, non deve esserci l’interrogazione in italiano, in greco o in matematica. Le competenze disciplinari sono già state accertate con il giudizio finale che ammette all’esame di Stato. Su questo invierò una circolare che chiarirà esattamente come andrà svolto il colloquio”.

Il ritorno all’esame precedente al Covid vuol dire che è finita l’emergenza: “È finita almeno per la maturità. Poi che abbia lasciato degli strascichi è evidente. Mi riferisco all’aumento del bullismo, al fatto che c’è uno smarrimento di molti giovani che si trovano più in crisi nell’affrontare il percorso scolastico. Mi riferisco alla sempre più accentuata assenza di socializzazione”. 

“Ci saranno tracce che presumeranno la lettura dei giornali o la lettura dei libri. Il mio invito ai ragazzi è a partecipare e a essere informati sulla vita pubblica e su ciò che accade nella società. Per essere cittadini consapevoli e, quindi, maturi occorre leggere i libri e leggere i giornali e informarsi. Purtroppo in Italia si leggono pochi libri e pochi giornali, e questo è uno dei temi su cui la scuola e tutte le istituzioni devono attivarsi maggiormente”.

“Oggi – continua il ministro nella sua intervista– abbiamo una scuola in cui occorre riportare tre valori cardine: serenità per insegnanti e studenti, rispetto verso docenti e alunni, sicurezza che significa anche affrontare il tema dell’edilizia, delle misure antisismiche, dell’abbattimento delle barriere architettoniche. E qui abbiamo risorse notevoli sia grazie al Pnrr sia grazie a risorse interne che abbiamo reperito nelle pieghe del bilancio”. 

Per quanto riguarda le occupazioni, per Valditara “vale il principio che chi rompe, paga: un patto di legalità che renda responsabili le famiglie, o gli studenti se maggiorenni”, perché “non possiamo sprecare diversi milioni di euro per comportamenti che non hanno rispetto dei beni pubblici”.

Sul fronte del merito, il ministro ribadisce che “i docenti preparati vanno pagati di più”, così come chi ha responsabilità particolari come i docenti tutor.

Pasquale Almirante

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