Si è tenuto oggi, giovedì 28 novembre, presso l’Aula dei Gruppi parlamentari della Camera, il convegno “20 anni di Fondo Espero – Quale futuro per la scuola con l’intelligenza artificiale”. L’evento, seguito in diretta sulla webtv della Camera dei Deputati, ha riunito rappresentanti istituzionali, esperti accademici e sindacati per discutere le prospettive della scuola nell’era dell’intelligenza artificiale.
La tavola rotonda delle 12:00 ha visto protagonisti i rappresentanti delle principali sigle sindacali della scuola, tra cui Gianna Fracassi (FLC CGIL), Ivana Barbacci (CISL Scuola), Giuseppe D’Aprile (UIL Scuola RUA) e Vito Carlo Castellana (Coordinatore nazionale GILDA degli Insegnanti). La discussione, moderata da Alessandro Giuliani, direttore della Tecnica della Scuola, ha affrontato temi cruciali come formazione, contratti e innovazione.
All’evento è intervenuto anche il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che ha ribadito l’impegno del Ministero per un’istruzione sempre più all’avanguardia e inclusiva.
Ecco le parole del ministro.
“Fondo Espero è fondamentale per i lavoratori della scuola per garantire e realizzare il disegno complessivo che vogliamo, ossia la serenità anche nella fase post lavorativa. Dobbiamo veramente metterci tutti di buona volontà per fare compiere una rivoluzione culturale e dare autorevolezza al personale scolastico”.
“Per farlo ci vuole un investimento nella valorizzazione stipendiale, ci stiamo provando, ma ci vuole anche un discorso di welfare e previdenza. Nel 2023 abbiamo previsto che ci possa essere un’adesione tacita con il silenzio assenso, aumenteranno quindi le adesioni al Fondo. Il Fondo ha criteri ambientali, sociali, proprio per valorizzare il proprio patrimonio. Mi farebbe piacere se si potessero considerare anche investimenti nel mondo della scuola. Credo che usare questo patrimonio anche per investire nel mondo della scuola possa essere un aiuto importante”.
E, sull’IA: “La scuola è una grande comunità educante ed umana, dove il ruolo del docente dovrà essere sempre centrale, i docenti devono governare ogni strumenti. Anche la sperimentazione che abbiamo avviato va in questo senso. L’uso dell’IA e degli assistenti virtuali dovrà sempre privilegiare le competenze e il ruolo del docente”.
“Nell’epoca del Covid, quando si è interrotto il rapporto umano, mediato dagli strumenti digitali, l’efficacia della didattica è calata. La scuola è proprio questo, è la relazione empatica tra docente e studente. Non è un caso che si insista molto su questo rapporto, che deve generare passione, entusiasmo. Solo la figura del docente può suscitare nei giovani questo trasporto nei confronti dell’apprendimento”.
“L’IA può essere utile e non va demonizzata. Va monitorata sul campo; se il progetto dovesse dare risultati interessanti verrà esteso. L’IA può essere uno strumento per l’inclusione, penso ai 25 milioni da noi investiti per i giovani con disabilità. La personalizzazione della didattica a cui io tengo può essere rafforzata da questi strumenti”.
“Però deve essere sempre sottolineato che tutto questo non può ridurre e marginalizzare il ruolo centrale del docente. La scuola va sempre considerata come una grande comunità, e mette al centro la persona. La scuola costituzionale presuppone la bellezza di queste relazioni”.
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