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Valditara teme che a scuola torni il clima anni Settanta: ‘no’ ai ministri a testa in giù, ricevo minacce di morte da mesi

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara teme che all’interno della scuola e dell’Università italiana possa tornare il clima degli anni Settanta: ai cronisti delle agenzie di stampa, a margine dell’International Summit on the Teaching Profession, organizzata dall’Ocse a Washington, ha rivelato anche di ricevere minacce di morte da mesi e per questo motivo è stato necessario rafforzare la scorta.

Il precedente di febbraio

Lo scorso mese di febbraio, il ministro aveva ricevuto pubbliche minacce di morte che hanno avuto proprio lui come oggetto durante l’occupazione di un liceo di Torino. In quell’occasione disse, però, di non essere “preoccupato”, ma specificò anche di avere l’impressione che si stesse “creando un brutto clima. Occorre abbassare i toni della polemica. Mi aspetto dall’opposizione solidarietà nei confronti di queste deliranti minacce, al momento non è arrivata. La aspetto anche dalla preside che ha scritto questa missiva.

Vediamo se mi scrive”, riferendosi alla dirigente scolastica del liceo Da Vinci di Firenze. Annalisa Savino, dirigente scolastica, autrice qualche giorno prima di una circolare proposito dell’aggressione “squadrista” avvenuta il 18 febbraio al liceo Michelangiolo, sempre a Firenze.

Il Ministro preoccupato

“Sono preoccupato da certe espressioni, da certe minacce e da una certa delegittimazione”, ha detto parlando con i giornalisti.

Riferendosi quindi a certi estremismi, sia in piazza sia nelle espressioni, Valditara ha detto “che una democrazia matura” dovrebbe “sempre riconoscere nell’altro un avversario con cui discutere, anche animatamente, ma con cui sempre dialogare” ed “essere sempre riconosciuto. Se invece si considera la controparte un nemico da battere allora veramente lì si va verso un’impostazione che richiama molto pericolosamente quanto avvenuto negli anni Settanta”, ha sottolineato il ministro.

Quei ministri a testa in giù

Quindi, il Ministro è tornato sulla celebrazione del 25 aprile, giorno in cui è entrata a gamba tesa contro il fascismo ricordando quanto abbia calpestato le libertà individuali, poi recuperate grazie alla Costituzione e al lavoro della Scuola sulle nuove generazioni.

Anche l’idea di “appendere le immagini dei ministri a testa in giù vuol dire non comprendere lo spirito del 25 aprile“, che “è stato il giorno in cui è stata sconfitta la dittatura ed è finita una tragica guerra”.

Valditara si è quindi soffermato sul concetto di violenza: “va sempre condannata, sia quando la fanno gruppi di estrema destra come quando la fanno gruppi di estrema sinistra. E deve essere espulsa dalla scuola che – ha sottolineato – va tenuta lontano da chi usa le mani, l’intimidazione o anche chi impedisce la libera manifestazione del pensiero”.

Ancora diversi soldi del Pnrr per la scuola

Il numero uno del dicastero bianco si è quindi soffermato sui progetti del Pnrr sulla scuola: ha spiegato che stanno andando avanti bene, nonostante “sia stato costruito in modo un po’ velleitario”. Per questo, ha aggiunto, “noi abbiamo dovuto rimediare ad alcune problematicità”.

Valditara ha preso come esempio “la questione degli asili di cui oggi si parla tanto. È  evidente che se tu dai tante risorse ma poi ti trovi di fronte un piccolo comune che non sa come fare la progettazione. Quindi noi siamo dovuti intervenire proprio per consentire ai piccoli comuni di utilizzare gli uffici tecnici di altri comuni o di altre realtà magari statali o per esempio introducendo il modello Genova proprio per semplificare e accelerare i lavori”.

Quindi, Valditara ha tenuto dire come sono stati distribuiti i finanziamenti europei del Pnrr sul fronte della formazione dei docenti e degli studenti in ambito digitale, così come hanno fatto nella stessa giornata i dirigenti del dicastero dell’Istruzione con i sindacati.

“L’altra settimana – ha spiegato il Ministro – abbiamo distribuito 1,2 miliardi di euro di cui 600 milioni soltanto sul tema fondamentale delle Stem, quindi dell’insegnamento delle materie scientifiche tecnologiche”.

“Altri 450 milioni sono stati investiti sul tema della formazione sul digitale, 150 milioni sui nuovi linguaggi e sulle abilità linguistiche abbiamo distribuito qualcosa come 500 milioni di euro per i laboratori”.

L’incontro con il segretario all’Istruzione Miguel Cardona

In serata, il ministro dell’Istruzione e del Merito ha quindi incontrato il segretario all’Istruzione statunitense Miguel Cardona, definendo l’evento “molto positivo”.

“Su proposta del ministro Valditara – annuncia il comunicato – si è immediatamente deciso di costituire un gruppo di lavoro tecnico, composto da rappresentanti del ministero italiano e del dipartimento americano, finalizzato a condividere buone pratiche in materia di istruzione tecnica e professionale e di personalizzazione degli apprendimenti, temi di grande interesse dei due Paesi”. “Anche il segretario americano ha sottolineato l’importanza di uno stretto collegamento tra scuola e impresa. Si è inoltre parlato – si legge nel comunicato – di come favorire la diffusione della lingua italiana negli Stati Uniti e del riconoscimento dell’abilitazione dei docenti italiani che insegnano in America. Infine, si è ricordato il contributo degli Stati Uniti alla Liberazione” dell’Italia, “la condivisione dei valori di libertà e democrazia che accomunano i due popoli e il comune impegno per l’Ucraina“.

Alessandro Giuliani

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