La firma repentina di un contratto atteso da anni con aumenti senza precedenti (poco importa se utilizzando i miliardi stanziati con le Leggi di Stabilità 2020, 2021 e 2022 approvate dai Governi Conte e Draghi); una circolare che ha ricordato che a scuola non si utilizzano i telefoni cellulari (poco importa se quella dell’ex ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni datata 2007 non è mai decaduta): tanto è bastato al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, per dire che “nei primi 100 giorni” dell’esecutivo Meloni “tante sono le cose fatte ma la scuola ha avuto per noi un’attenzione molto particolare perché da lì cresce l’Italia, il Lazio e Roma”.
Nel corso di un incontro intitolato ‘La Lega al governo, l’impegno per il Lazio‘, svolto a Roma nel tardo pomeriggio del 1° febbraio, il numero uno del dicastero bianco ha ricordato come si è risolta la trattativa tra fine novembre e il 6 dicembre 2022: “in tre settimane abbiamo concluso il contratto della scuola per un milione e 250 mila persone, abbiamo dato un aumento di 124 euro al mese per 1,2 milioni di persone”.
In effetti, il ministro Valditara è riuscito a centrare un obiettivo che il suo predecessore, Patrizio Bianchi, ha avuto a portata di mano senza però nemmeno sfiorarlo: in pochi giorni, invece, il professore leghista ha messo tutti d’accordo, ratificando l’aumento del 4,2%, con l’aggiunta di arretrati fino 2 mila euro, 100 milioni di risorse nuove e altri 300 milioni inizialmente destinati agli incentivi per pochi (per valorizzare il decantato merito si attendono tempi migliori).
Il problema è che l’inflazione nell’ultimo anno è salita di oltre l’8%. Infatti, Valditara ammette che l’incremento stipendiale medio “è insufficiente, ma” poi sottolinea che è anche “il più grande aumento mai fatto per la scuola italiana. In tre settimane abbiamo fatto quello che avrebbero potuto fare e non sono riusciti a fare”.
Nei 100 giorni di Governo Meloni, il ministro ricorda poi di avere inviato una circolare alle scuole, dopo averla annunciata qualche giorno prima, con le indicazioni da rispettare sull’uso dei telefoni cellulari e di analoghi dispositivi elettronici nelle classi, in particolare confermando il divieto di utilizzare il telefonino durante le lezioni, trattandosi “di un elemento di distrazione propria e altrui e di una mancanza di rispetto verso i docenti”.
Valditara ha quindi specificato che la “stretta” sulle regole introdotta con il nuovo Governo (anche se in ambito scolastico ancora non tradotta in nuove norme) ha permesso di “ripristinare il concetto di autorevolezza rispetto a quello del merito, ad esempio con la circolare sui cellulari in classe. Non possiamo più accettare che mentre un professore spiega in classe, un ragazzo guardi un film o che, come è successo a Rovigo, i ragazzi filmino il docente, lo postino sul web e lo deridano. La cultura del rispetto verso gli insegnanti è fondamentale e anche verso le cose”, ha sottolineato il ministro.
Il professore di Diritto romano ha aggiunto che “dopo le occupazioni delle scuole, anche a Roma, molti presidi mi hanno detto che hanno avuto danni per migliaia e migliaia di euro. Non è più accettabile che non si abbia rispetto per i beni pubblici. Quindi merito, autorevolezza, rispetto sono i valori che abbiamo cercato di immettere nella scuola italiana”.
Per trovare soluzioni ad altri annosi problemi – come il precariato in crescita, i vincoli ai trasferimenti, le 10-15 mila classi pollaio, l’abbandono eccesso e l’orientamento scolastico poco incisivo – francamente tre mesi di Governo sono davvero pochi per aspettarsi risultati concreti: sul reclutamento, tra l’altro, un tentativo il ministero dell’Istruzione lo sta facendo, a seguito degli incontri tenuti con i sindacati, ed è quello di tentare la strada delle stabilizzazioni anche da Gps, anche se il via libera dovrà prima arrivare da Bruxelles.
All’incontro capitolino era presente anche il leader della Lega, Matteo Salvini: “Se la Cgil critica Valditara vuol dire che Valditara sta lavorando bene”, ha detto con sicurezza il segretario del partito del Carroccio.
Per quanto riguarda la vicenda degli stipendi differenziati per Regioni, con incrementi proporzionati al costo della vita certificato, Salvini ha aggiunto: “Ringrazio Valditara perché ha detto che il re è nudo: mi sembra giusto prevedere che un dipendente pubblico che vive a Roma, dove la vita costa di più, si meriti qualcosa in più”.
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