“Chiudere le scuole se il contagio aumenta“. Non ha dubbi la parlamentare di Forza Italia Valentina Aprea, già sottosegretario di Stato al Ministero dell’istruzione, già assessore regionale in Lombardia con delega alla scuola e membro della Commissione cultura alla Camera, che ai microfoni della Tecnica della Scuola parla di Dad, learning loss, Indire e Invalsi e molto altro.
“Bisogna investire sulla Dad formando gli insegnanti anche all’infanzia“, precisa. “Occorre monitorare gli apprendimenti perduti e colmare le lacune anche allungando l’anno scolastico, se serve”, chiarisce.
E sui giovani colpiti da ansia e depressione per via del Covid conferma: “Arriveranno fondi nei distretti scolastici per il ritorno del medico scolastico e dei presidi”. Sul ministro Bianchi poi dice: “Lo stimo molto e avrà certamente il supporto di Forza Italia nel suo lavoro”.
Onorevole Aprea, come evitare di ricommettere gli errori della prima fase adesso che la terza ondata avanza?
Abbiamo capito che la variante inglese in particolare in questa terza ondata colpisca anche i bambini. Non possiamo non considerare l’effetto a strascico: i bambini si ammalano e portano a casa il virus, contagiando genitori e nonni. Non possiamo rischiare non avendo ancora ampiamente avviato la campagna di vaccinazione.
E’ impossibile controllare il contagio e soccorrere chi è malato. Quindi, per prevenire i contagi, abbiamo previsto degli automatismi legati alla situazione epidemiologica. Se c’è un contagio superiore a 250 ogni 100mila abitanti, a prescindere dal colore della Regione, si devono chiudere tutte le scuole.
Come si recupera ciò che è stato perso a scuola?
Recuperare il learning loss, cioè gli apprendimenti perduti, non è semplice. La DAD è stata una novità per molti insegnanti non preparati al suo utilizzo. Situazione, tuttavia concepibile un anno fa. Adesso bisogna assolutamente monitorarne la qualità e l’efficacia. Intanto capire se tutti i ragazzi sono nelle condizioni di poter studiare con la DAD, tra strumenti e connessione.
Il ministro Bianchi ci ha assicurato di investire Indire e Invalsi per effettuare monitoraggi costanti sull’apprendimento perduto, soprattutto per i maturandi, e compensare in modo diverso, non escludendo il prolungamento dell’anno scolastico. Non è accettabile l’ennesima sciagura sulla scuola.
Esiste un’età in cui iniziare la Dad? E’ favorevole al suo utilizzo anche alla primaria?
Non esiste un’età. I nativi digitali hanno già delle competenze preacquisite perché vivono in ‘un’era digitale. Il problema è degli insegnanti, anche del 1°ciclo. Bisogna partire anche dall’infanzia con gli apprendimenti digitali perché ormai è una delle competenze di base, insieme alla lettura, scrittura e calcolo.
Ci sono dati allarmanti su ricoveri di giovani depressi e autolesionisti, Che fare?
Sin dalla prima ondata noi abbiamo chiesto di intervenire con équipe medico-psico-pedagogiche, presìdi scolastici e ritorno al medico scolastico, che manca dal 1975, nei vari distretti scolastici. Pensavamo di non averne bisogno. Adesso sappiamo che non è così, perché potremmo essere colpiti da altre pandemie e dobbiamo saperle fronteggiare anche sotto il profilo della salute mentale, soprattutto per i più giovani. Non dobbiamo fasciarci la testa, ma reagire. Abbiamo già ottenuto dal Governo il potenziamento di risorse per questi servizi da offrire alle scuole, per accompagnare i giovani.
Che giudizio dà sul ministro Bianchi?
Stimo molto il ministro Bianchi. Siamo stati entrambi assessori regionali per la scuola rispettivamente in Emilia-Romagna e Lombardia, nello stesso tempo e con le stesse deleghe. Abbiamo avuto modo di conoscerci. Credo abbia già dimostrato di conoscere i problemi della scuola, le urgenze, avendo anche fatto parte della task force voluta dalla Azzolina.
E’ molto preparato e non gli mancherà il supporto di Forza Italia.
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