La docente e scrittrice Valentina Petri è stata intervistata ai microfoni di Io Donna in cui ha parlato del mondo della scuola di oggi e dei suoi problemi, presentando il suo libro che riguarda il periodo del Covid-19, il lockdown, la didattica a distanza.
“Quest’anno porto all’esame di maturità gli studenti che erano in prima durante il lockdown. Per molti mesi non li ho visti in faccia, quando ci siamo tolti la mascherina nemmeno ci conoscevamo. Io ho sempre cercato di non mettere troppa distanza con i miei studenti, non ho voluto mai essere una prof algida che alle 2 si svaporizza. Né amicona, né terrorizzante, questa è la mia idea. Però in quel frangente siamo entrati di colpo in intimità con studenti che prima vedevamo tutti uguali dietro i loro banchi”, ha esordito.
“Ci sono stati diversi prof saliti in cattedra subito prima della pandemia. Altri, più esperti, si sono trovati a gestire il delirio, le mille richieste. I prof hanno luci e ombre, sono un po’ tutti sfigati”, ha aggiunto, raccontando un momento davvero delicato.
“La scuola è sempre vilipesa ma resta un baluardo. Quello che la politica non capisce è che la scuola ha i suoi tempi, e che per vedere i risultati con i ragazzi servono anni. Certe mattine entrerei con il lanciafiamme ma ho imparato che prendere le situazioni di punta porta solo a un’esasperazione delle parti. L’unica strada per sopravvivere è avere pazienza e ironia, e saper fare un passo indietro se serve. Poi, certo, la scuola è quel posto dove un giorno ti senti Robin Williams perché stai facendo la lezione della vita, e poi i ragazzi alzano la mano e chiedono di andare in bagno”, ha concluso.
Su questi argomenti il corso Metodologie e tecniche innovative nella gestione della classe, a cura di Amelia De Angelis, in programma dal 13 maggio.
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