Valore legale del titolo di studio, al via tra le polemiche il sondaggio sul sito del Miur
Ha preso il via il 22 marzo il sondaggio ministeriale via internet sull’abolizione del valore legale del titolo di studio. L’iniziativa era stata annunciata alcune settimane fa dal premier Monti dopo le perplessità che il progetto aveva riscosso – da diversi parlamentari, sindacati e parte dell’opinione pubblica – a seguito della volontà del governo di includere il provvedimento all’interno del decreto legge sulle semplificazioni, poi approvato il 27 gennaio dal Consiglio dei ministri.
Fino al 24 aprile chiunque potrà esprimere il proprio parere sull’argomento identificandosi attraverso il codice fiscale e indicando l’indirizzo di posta elettronica, a cui il Miur invierà la password per accedere al questionario: le domande saranno almeno una decina (sono previsti supporti conoscitivi riguardanti la materia su cui viene chiesto il parere popolare).
L’iniziativa, apparentemente aperta al contributo di tutti e quindi impostata su un concetto indiscutibilmente democratico, sta riscuotendo diverse critiche. E non solo da parte degli studenti. Riccardo Messina, responsabile saperi del Pdci, ha annunciato un flashmob, indetto dalla Federazione della sinistra, per il 22 marzo, alle ore 10 davanti al ministero dell’Istruzione, proprio a difesa del valore legale del titolo di studio. Messina si sofferma sul fatto che il sondaggio è stato “pubblicizzato sinora solo dal Sole24ore, a conferma di chi saranno le masse di lavoratori e studenti che cliccheranno a favore dell’abolizione. Si tratta dell’ennesimo tentativo di distruzione del sistema di istruzione pubblico e di privatizzazione dei saperi. Il valore legale del titolo di studio – conclude il rappresentante del Pdci – rappresenta una funzione di garanzia dello stato sociale ed individua con certezza i contenuti di conoscenza da acquisire nell’università“.
Contrario alla consultazione on line del Miur sull’ipotesi di cancellazione del valore legale dei diplomi è anche l’Anief: “speriamo che non votino gli analfabeti!”, ha detto provocatoriamente il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico: “certe iniziative – ha poi precisato – hanno solo un preciso obiettivo: svilire il merito, su cui si fonda anche il criterio di assunzione nella Pubblica Amministrazione”. Pacifico sostiene che se passerà la cancellazione del valore legale della laurea, presto lo stesso destino toccherà a tutti gli altri titoli. “In tal caso – sostiene il sindacalista dell’Anief – non si capisce per quale ragione uno studente dovrebbe ancora impegnarsi per cercare di prendere un buon voto o per essere promosso: alla fine del suo percorso formativo, infatti, non conterà più l’esito degli esami svolti e la loro valutazione, ma solo la partecipazione”.