“L’idea di abolire il valore legale del titolo di studio è una vecchia idea della destra. Un’ idea che ha affascinato consumati reazionari e neofiti liberisti per decenni. Oggi la sposa Salvini” – ha dichiarato Luca Cangemi, responsabile nazionale Scuola e università del PCI.
“Gli obiettivi sono assolutamente chiari: con l’abolizione del valore legale del titolo di studio si punta a delegittimare e, in definitiva, a sfasciare il sistema nazionale e statale dell’istruzione, ad innescare una competizione selvaggia tra istituti ed atenei, ad aprire spazi alla privatizzazione.
Sono gli stessi scopi che si prefigge la proposta di “autonomia differenziata” tra le regioni che avanza, spinta con forza da ministri e governatori leghisti (ma anche da qualche governatore del PD).
Siamo di fronte ad un attacco concentrico contro l’istruzione statale, che prefigura conseguenze devastanti.
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La nostra testata propone un sondaggio mirato a conoscere il punto di vista dei lettori su una questione particolarmente interessante come quella dell’abolizione del valore legale del titolo di studio (clicca qui)
La concorrenza tra scuole e università di serie A e di serie B comporterebbe un forte aumento dei già gravissimi squilibri territoriali
La diseguaglianza sociale del paese s’inasprirebbe in uno degli aspetti più determinanti: l’accesso alle conoscenze che diventerebbe impossibili per larghissime fasce sociali, in ogni parte del paese.
Sono, certo, processi da tempo in corso ma l’abolizione legale del titolo di studio rappresenterebbe una legittimazione istituzionale ed un potente incentivo a questa barbarie.
Non è questo che serve alle giovani generazioni, non è questo che serve al paese.
Al nostro futuro civile, sociale ed anche economico serve un sistema scolastico e universitario unitario, democratico e qualificato, distribuito in modo equilibrato su tutto il territorio nazionale.
Lavoriamo ad un grande movimento di lotta che si ponga quest’obiettivo”- ha concluso Cangemi.