Le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti sembrano aver chiuso sul nascere il dibattito sulla abolizione del valore legale del titolo di studio.
Dopo la sortita di Matteo Salvini, Bussetti ha subito raffreddato gli animi sottolineando che il tema non sta nel contratto di Governo e dunque è del tutto inutile parlarne.
Resta il fatto che, periodicamente, dell’argomento si torna a parlare e c’è sempre qualcuno che ne evidenzia gli aspetti positivi.
In tempi passati anche lo stesso M5S l’aveva indicata come una possibile soluzione per migliorare la qualità del sistema scolastico nazionale.
“E’ vero – ci spiega la senatrice M5S Bianca Laura Granato – ma poi il tema è stato espunto anche dal programma elettorale perchè il Paese non è assolutamente pronto per una novità del genere”.
“In un Paese in cui nei concorsi pubblici scarseggia la trasparenza; prima di abolire il valore legale dei titoli di studio bisogna evitare ogni forma di arbitrio nelle procedure concorsuali”.
Va anche detto che – al contrario – gli “abolizionisti” osservano che il titolo di studio non avesse un particolare valore legale verrebbe meno la tentazione di “gonfiare” i punteggi delle lauree o dei diplomi per avvantaggiare gli studenti di questa o quell’area geografica del Paese.
Il dibattito, insomma, non è affatto scontato e proprio per questo la nostra testata propone un sondaggio mirato a conoscere il punto di vista dei lettori su una questione particolarmente interessante.
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