Le Olimpiadi e ora le Paralimpiadi di Tokyo 2020 stanno raccontando con video, immagini, soprattutto attraverso la rete e i social storie di successo, resilienza, vittorie raggiunte a prezzo di sacrifici inimmaginabili. Volti noti o completamente sconosciuti sono diventati popolari, perché la loro tenacia e i valori a cui si sono ispirati sono diventati virali. I tanti vittoriosi atleti paralimpici, per citare la celeberrima Bebe Vio tra tutti, o lo sconosciuto ora popolarissimo Marcelli Jacobs, o ancora Gombo Tamberi, che ha condiviso l’oro con il suo avversario e amico catariota Barshim, i bronzi e gli argenti che hanno portato alla scoperta di atleti eccellenti, come tutto questa massiccia ondata di attenzione allo sport e ai suoi valori umani potrà diventare un volano per promuovere buone pratiche sportive nelle scuole?
Lo abbiamo chiesto ad alcuni docenti di educazione motoria, invitandoli a condividere idee e progetti ispirati dalle recenti Olimpiadi e Paralimpiadi.
Francesco Tallarico, IIS Avogadro Torino
“In qualità di insegnante di Scienze motorie e di allenatore di atletica leggera cercherò di sfruttare questa bella opportunità che ci è stata regalata dai nostri atleti sia alle Olimpiadi che alle Paralimpiadi per ribadire l’importanza che lo sport ha in tutte le fasi della crescita dell’individuo. Ogni record sportivo ammirato da milioni di telespettatori nasconde giorni, mesi, anni di preparazione che invece sono sconosciuti ai più. Sarebbe auspicabile che anche la scuola italiana potesse realmente contribuire alla nascita di futuri campioni o comunque di futuri sportivi e buoni cittadini. Quando queste grandi prestazioni vengono raggiunte da atleti in situazione di svantaggio, il miracolo sportivo raggiunge il suo apice insegnandoci che con l’allenamento, la tenacia e la convinzione si possono superare anche le più grandi difficoltà, perché come diceva anche il famosissimo Kobe Bryant, se non credi in te stesso nessuno lo farà per te”.
Erika Lamberti, istruzione secondaria di secondo grado
“Sarò un poco impopolare o controcorrente… Ma uno dei valori che più difendo è proprio quello dell’agonismo e della competizione, che troppo spesso vengono vestiti con abiti negativi, visti quasi come parolacce e concetti da eliminare. La vera “inclusione ” passa da lì. Dal diritto di competere. Tutti gli atleti sognano di vincere. Si allenano per migliorare e soprattutto per gareggiare. Tutti gli sportivi rinunciano a molto pur di tentare di raggiungere gli obiettivi che si sono prefissati. Alle Olimpiadi non possono arrivarci tutti, così come alle Paraolimpiadi. Vincerà sempre l’atleta, la squadra migliore, più forte, più talentuosa meglio allenata, più motivata. Posso dire che nessun atleta gareggia e compete solo per partecipare. Nessuno. È questo il vero senso dell’agonismo. Gareggiare per esprimersi al massimo. Dare il proprio meglio. Se poi il meglio che si ottiene da sé stessi coincide con la vittoria allora si corona un sogno. Cerco di insegnare ai miei allievi a dare il massimo, a cercare il loro personale campo da gioco, a non tirarsi indietro dandosi prima per sconfitti. Anche a scuola l’agonismo e la competizione devono esserci e devono riscoprire il loro lato pedagogico. Devono essere favoriti da noi docenti non per mettere gli allievi in competizione gli uni contro gli altri ma per spronare all’impegno, alla dedizione, al sacrificio a volte, a far emergere le risorse e le potenzialità”.
Elisa Gattiglia
“Da anni ritengo quelli delle Olimpiadi valori in cui credo e che cerco di condividere con i miei allievi, di ogni età. Quest’anno intendo più che mai portare i miei studenti ad incontrare tutte quelle realtà anche extra scolastiche, che promuovono i valori olimpici di base: il fair play, la lealtà, la solidarietà, il coraggio, la pace, la partecipazione e l’amicizia”.
Donatella Danesin
“Le Olimpiadi e soprattutto le Paralimpiadi sono fonte importante del mio agire didattico. Con i miei studenti già da tempo mi occupo di tematiche legate soprattutto alla tenacia e al coraggio nello sport, in particolare laddove atleti come i famosissimi Zanardi, Bebe Vio, e tanti meno noti mostrano proprio questo. Saranno le classi che incontrerò a dare una direzione o l’altra verso gli approfondimenti legati alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi, che sicuramente rientreranno nel mio lavoro di questo anno”.
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