La polemica sulla valutazione degli studenti è una di quelle attualmente più vive ed agguerrite. Dare i voti o non darli? E se darli, come darli, come pervenire ad una valutazione numerica equa, senza sotto- né sopravvalutare? Dato che per il momento detta valutazione permane nel nostro ordinamento scolastico, sarà bene concentrarci sulle modalità dell’assegnazione dei numeri da 1 a 10 (lo “0” si dava una volta, poi è stato abolito perché corrisponde all’assenza di valutazione).
Orbene, qui entra in gioco una parola, un concetto che magari neanche alcuni insegnanti conoscono: la docimologia, cioè la scienza della valutazione. Non so adesso, ma quando ho dato il concorso per insegnanti io – ancora nel secolo scorso – non c’era il minimo accenno a questa scienza. Neanche una domanda tipo: “come valuterebbe lei i suoi allievi? In base a quali criteri strutturerebbe l’assegnazione dei voti? Quali fattori considererebbe? A quali darebbe la prevalenza e quali considererebbe secondari?”.
Ecco, una maggiore attenzione a quest’aspetto della professione docente agevolerebbe forse il compito – comunque sempre delicato – di decidere quanto vale la prestazione di un discente.
Daniele Orla
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