Già lo scorso anno Cristiano Corsini, docente di pedagogia all’Università di Roma Tre, aveva spiegato sulla sua pagina Facebook il metodo che usa per coltivare i girasoli nani sul suo terrazzo e lo aveva denominato “sistema Prisciano-Vygotskij”.
Si tratta in pratica di un supporto mobile che facilita la crescita delle piantine.
“È tutto regolabile – spiegava il pedagogista – basta spostare la pasta adesiva verso l’alto lavorando così sulla zona di sviluppo prossimale (o prossimo, se preferite) di ciascun girasole nano”.
Ma perché Corsini parla di sistema Prisciano-Vygotskij”?
E’ presto detto: a Prisciano, un grammatico romano vissuto a cavallo del V e VI secolo, è attribuita la metafora del “siamo nani sulle spalle di giganti” mentre Vygotkij, come è noto, è lo psicologo russo che ha messo un punto fermo sulle teorie dell’apprendimento e dello sviluppo del linguaggio, dimostrando che i bambini imparano soprattutto grazie al contesto sociale e culturale in cui vivono.
Decisiva, secondo lo psicologo russo, è anche la capacità dell’adulto di proporre al bambino “sfide cognitive” che si svolgano nella cosiddetta “zona di sviluppo prossimale”, cioè in quell’area in cui i bambini imparano grazie all’aiuto dell’adulto; ovviamente la zona è “mobile” e si sposta sempre più in alto esattamente come accade per i girasoli di Corsini.
“Quest’anno – racconta ancora il pedagogista – alla scelta di sostenere lo sviluppo di girasoli nani attraverso il ‘sistema Prisciano-Vygotskij’ ha fatto seguito un fatto nuovo: nessun germoglio di girasole nano s’è perso per strada. Sono tutti cresciuti e ora abbiamo previsioni ottimistiche sulla loro fioritura. Insomma, il sostegno offerto spostando la pasta adesiva verso l’alto per lavorare sulla zona di sviluppo prossimale (o prossimo, se preferite) di ciascun girasole nano forse funziona davvero”.
“Ora però – ironizza, ma neanche troppo – abbiamo un problema”.
E qui Cristiano Corsini conclude con una metafora fin troppo chiara: “L’assenza di selezione ha comportato un sovraffollamento (delle aule) dei vasi e ora non sappiamo cosa fare. Potremmo metterci a rimpiangere i tempi belli, quando avevamo solo un paio di girasoli nani iperselezionati, potremmo maledire (la didattica attiva e individualizzata e la valutazione formativa) il sostegno mobile che ha fatto in modo che anche quelli che parevano più deboli maturassero. Oppure potremmo dedicare spazio e tempo a tutti i girasoli nani”.
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