Come contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica? Se ne occupa una proposta di legge che ha l’obiettivo di introdurre, nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado, la didattica delle competenze non cognitive (come amicalità, coscienziosità, stabilità emotiva, apertura mentale).
Si tratta di un progetto sperimentale triennale in discussione alla Camera, nell’ambito della commissione Cultura. Una proposta di legge che risale al 6 febbraio 2020 a nome dei deputati Lupi, Delrio, Aprea, Toccafondi, Casa, Lattanzio, Garavaglia, Frassinetti, Palmieri, Cattaneo, Gariglio, Colucci, Calabria, Gelmini e che adesso, conclusa la discussione in commissione Cultura, si appresta ad approdare all’assemblea di Camera e Senato.
No nuova materia ma competenza trasversale
Il progetto non prevede l’introduzione di una nuova materia curricolare né di stravolgere gli ordinamenti didattici esistenti, ma di migliorare il rapporto con gli studenti attraverso un metodo didattico interdisciplinare, nel rispetto dell’autonomia di ogni istituzione scolastica e in relazione ai docenti coinvolti nella sperimentazione.
Il primo anno di sperimentazione è dedicato alla formazione dei docenti.
Valentina Aprea, deputata di Forza Italia, su questa proposta di legge ha dichiarato: “L’idea sottostante è che non devono essere sviluppate e valutate solo le competenze di contenuto, che sono soggette ad obsolescenza, ma la persona intera, nella sua capacità di apprendere e di migliorarsi per rispondere alle sollecitazioni. La sperimentazione in questo campo è certamente utile, ma a condizione che siano appostate risorse finanziarie adeguate e per la formazione e per la sperimentazione”. Su questo fronte, pare che al progetto siano dedicati 350 milioni di euro che dovrebbero coprire sia la fase formativa che quella di lavoro.
Una volta completata la sperimentazione – spiega Gabriele Toccafondi (Iv) – si procederà alla definizione di linee guida delle competenze non cognitive e alla generale introduzione nelle scuole di questo approccio didattico.
L’obiettivo finale sarebbe quello di individuare percorsi formativi innovativi, caratterizzati da metodologie didattiche di sperimentazione, che favoriscano il recupero motivazionale degli studenti, con specifico riguardo sia alla dispersione manifesta sia alla dispersione implicita, improntate alle migliori pratiche anche derivanti da progetti di scuola-lavoro o di partenariato con organizzazioni del terzo settore e del volontariato, comprese parrocchie e associazioni sportive.