Sullo schema di Ordinanza Ministeriale in materia di valutazione degli alunni della scuola primaria sul quale il CSPI ha espresso parere favorevole non mancano critiche di vario genere.
Uil Scuola, anche nel corso della seduta del CSPI, ha evidenziato due aspetti negativi, a partire dall’ “aggravio, senza alcun riconoscimento, del lavoro culturale e didattico nonché burocratico-amministrativo a cui i docenti sono sottoposti ormai in maniera continua da norme che si susseguono a distanza di pochi anni e, nel caso di questo provvedimento, che si applicano ad anno scolastico ormai iniziato”.
Inoltre, secondo il sindacato di Giuseppe D’Aprile il provvedimento ministeriale mette in evidenza “la carenza, a livello politico, di una discussione approfondita e seria sul tema della valutazione e con i giusti tempi, soprattutto per una fascia d’età molto delicata come quella degli alunni della scuola primaria e di I grado”.
Secondo Flc-Cgil, che al termine del dibattito nel CSPI ha espresso voto contrario, “la disposizione ministeriale comporta di fatto, con il pretesto di rendere più comprensibile la comunicazione scuola-famiglia, un ritorno al passato della valutazione sommativa e classificatoria dopo appena 4 anni dall’introduzione dei giudizi descrittivi, ovvero di un sistema di valutazione non selettivo ma formativo e attento ai processi di apprendimento di ciascun alunno/a”.
Il sistema fino a qui in vigore, regolato dalla OM 172/2020, “ha richiesto un intenso lavoro pedagogico e didattico che ha impegnato tutte le scuole e i docenti con un diffuso piano di formazione”, sistema che “ora viene completamente – e pretestuosamente – vanificato e disperso”.
Il risultato, secondo il sindacato di Gianna Fracassi è quello di “ripristinare un sistema di giudizi semplificati e sommari -tipo sufficiente e non sufficiente- inadatto a rispondere ai bisogni formativi di alunni/e della scuola primaria”.
“Senza contare – conclude Flc-Cgil – che il ritorno ai giudizi sintetici così come la nuova valutazione del comportamento verrebbero introdotti ad anno scolastico abbondantemente avviato, con la conseguenza di costringere le scuole e i docenti ad applicare agli alunni/e criteri di valutazione differenziati e divergenti tra primo e secondo periodo dell’anno scolastico, con tutto ciò che ne può derivare in termini di chiarezza e facilità di comunicazione alle famiglie”.
Diversi osservatori fanno però notare che lo schema di ordinanza lascia aperta la strada alla autonomia delle scuole e questo potrebbe voler dire che, in sede di applicazione delle nuove norme, i singoli collegi dei docenti potrebbero decidere di lavorare comunque sui criteri di valutazione in modo da recuperare almeno in parte il lavoro di ricerca svolto in questi anni.
Vedremo nei prossimi mesi se davvero accadrà questo o se le scuole, esauste per questi continui cambiamenti di norme, regole e regolamenti, cesseranno di “fare ricerca” e decideranno di applicare l’ordinanza in modo da minimizzare il lavoro fisico e mentale.
Per intanto ricordiamo che si sta parlando ancora dello schema di OM e non del testo definitivo che però potrebbe essere emanato già nei prossimi giorni.
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