C’è attesa nelle scuole primarie per l’emanazione dell’ordinanza del Ministro dell’Istruzione e del Merito che dovrà fornire indicazioni sulle nuove modalità di valutazione.
La legge 150 entrata in vigore a fine ottobre aveva infatti cancellato le norme introdotte nel 2020 con l’OM 172 eliminando i giudizi descrittivi per sostituirli con “giudizi sintetici”.
Il 18 novembre scorso, il CSPI aveva anche espresso il proprio parere sullo schema di ordinanza ma poi non si è saputo più nulla.
Per ora, quindi, resta ferma la formulazione della legge:
“La valutazione periodica e finale degli apprendimenti delle alunne e degli alunni nella scuola secondaria di primo grado, ivi compresa la valutazione dell’esame di Stato, per ciascuna delle discipline di studio previste dalle Indicazioni Nazionali per il curricolo, è espressa con votazioni in decimi che indicano differenti livelli di apprendimento.
A decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, la valutazione periodica e finale degli apprendimenti, ivi compreso l’insegnamento di educazione civica, delle alunne e degli alunni delle classi della scuola primaria è espressa con giudizi sintetici correlati alla descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti. Le modalità della valutazione di cui al primo e al secondo periodo sono definite con ordinanza del Ministro dell’istruzione e del merito”
Lo schema di ordinanza specifica però anche i diversi livelli dei giudizi:
a) ottimo b) distinto c) buono d) discreto e) sufficiente f) non sufficiente.
Si tratta di una “scala” di sei livelli che molto probabilmente non poche famiglie (e forse anche molti alunni) tradurranno di fatto in 6 voti diversi, dal 10 al 5.
Si otterrà forse una semplificazione del documento finale (“un 6 è molto più chiaro di un in via di prima acquisizione”, hanno ripetuto per mesi e mesi molti esponenti della maggioranza di governo, pur non avendo letto un testo di pedagogia in tutta la loro vita) ma non è detto che in questo modo si possa davvero migliorare la comunicazione con le famiglie.
Ma, soprattutto, non sappiamo ancora se il nuovo modello potrà davvero aiutare alunni e alunne a migliorare i propri apprendimenti.
Un problema di non poco conto lo ha già posto il CSPI sottolineando che l’ordinanza ministeriale non consentirebbe una adeguata valutazione dei diversi obiettivi di apprendimento rendendo così anche difficile alle scuole definire correttamente gli stessi criteri di valutazione.
Per intanto, quello che è pressoché certo è che le scuole non saranno costrette a fare cambi in corso d’anno in quanto l’adozione del nuovo modello viene rimandata alla fine dell’anno scolastico.
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